Una delegazione di docenti dell’Ateneo catanese, lo scorso 25 giugno, ha consegnato al rettore Giacomo Pignataro un documento di richiesta del ripristino degli scatti di anzianità sullo stipendio, bloccati da anni.
I docenti, attraverso questa richiesta, hanno aderito a un’iniziativa di protesta nata a livello nazionale.
La richiesta dei docenti è quella di un piano di assunzioni di giovani ricercatori a tempo determinato, un finanziamento del sistema Università e ricerca al pari con gli altri Paesi della Comunità Europea e lo sblocco del rinnovo dei contratti del personale contrattualizzato.
Di seguito parte del documento:
“Nel corso degli anni i docenti universitari hanno dato prova di altissimo senso di responsabilità contribuendo a farsi carico delle difficoltà del Paese e rendendo possibile il mantenimento e il funzionamento dell’insostituibile sistema dell’istruzione universitaria a fronte di tangibili e significativi sacrifici. Solo per citarne alcuni: carichi didattici esorbitanti per i ricercatori a cui non viene assurdamente riconosciuto il titolo di professore, proliferare di docenti a contratto sottopagati, aumento del carico didattico a retribuzione invariata, scatti biennali tramutati in triennali, blocco degli scatti, cancellazione della ricostruzione di carriera a seguito di avanzamento di carriera.
In particolare, dopo 5 anni di blocchi stipendiali la categoria dei docenti universitari è l’unica che continua ad essere sottoposta a questa mortificante misura di risparmio. In 5 anni – lamentano – sono stati persi 2 scatti di anzianità con una perdita in carriera stimabile fra i 60000 e i 100000 euro, senza calcolare le ripercussioni sul trattamento di fine rapporto e sulla pensione. (…) Gli stipendi dei ricercatori e dei professori italiani sono tra i più bassi d’Europa e il Presidente del Consiglio si chiede perché un professore di Yale non si trasferisce in Italia? Accetterebbe, lui, di cambiare posto di lavoro dimezzando il suo stipendio? Senza prospettive di carriera o di aumenti?”.