Inviati del popolare programma di inchiesta mediaset sono stati avvistati alle porte di Villa Cerami. Non vi è certezza sull’argomento trattato nel servizio in onda prossimamente.
Tra tutte le facoltà dell’ateneo catanese, Giurisprudenza è forse quella che più, insieme a Medicina, ha la capacità di interessare i media delle sue problematiche, soprattutto quando si tratta di questioni post laurea più vicine al mondo del lavoro.
Una delle questioni che più ha infiammato le discussioni di giovani giuristi, praticanti e avvocati stessi negli ultimi due anni riguarda proprio la scuola forense, diventata obbligatoria solo per l’ordine degli avvocati di Catania (nonostante pare altri atenei stiano emulando lo spiacevole fatto).
Quasi due anni fa, con un’ordinanza becera ritenuta dai più in odore di anticostituzionalità (manca il decreto attuativo), l’ordine degli avvocati catanese comunicò che per accedere all’ordine stesso sarebbe stato necessario, oltre al consueto anno e mezzo di pratica presso uno studio legale e l’esame di stato (anch’esso reso sempre più complesso e difficile in termine pratici da chi avvocato già lo è), un anno di scuola forense obbligatoria. Un anno di lezioni e di esami, come se gli studenti di Giurisprudenza non avessero già sofferto le peggiori pene per cinque, quando va bene, anni; immersi tra professori con una media di bocciatura del 90% e un voto medio di promozione di 18/20 e l’età per la pensione superata già da qualche anno.
Come se questo ulteriore ostacolo non fosse già abbastanza in senso assoluto, oltre al danno la beffa: la scuola obbligatoria è a pagamento. Quasi 1000€ da versare nelle casse degli stessi che hanno reso obbligatoria questa disposizione.
La foto che vi proponiamo è stata presa da uno dei gruppi di facebook di riferimento per gli aspiranti dottori in legge, postata con la didascalia “Iene Vs Scuola Forense Obbligatoria”. Sarà questo allora l’argomento del servizio catanese delle iene? A noi piace sperarlo e non vediamo l’ora di potervi comunicare la data della messa in onda.
Il silenzio delle istituzioni sull’argomento è inaccettabile e sono già migliaia gli studenti che ne stanno pagando le salate conseguenze.
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