Paolo Triestino è un attore di teatro, cinema e televisione, conosciuto dal grande pubblico per i tanti lavori ed il grande successo riscontrato. Conosciamolo meglio con una simpatica ed esilarante intervista.
Com’è nata la sua passione per la recitazione? Quando ha capito di voler fare questo lavoro?
A dire il vero non volevo fare l’attore!! Il mio sogno era di diventare giornalista sportivo.. poi, davvero per caso, mi son trovato a far parte di un gruppo teatrale parrocchiale. La mia prima interpretazione fu Kaifa nella Passione di Cristo. Comunque mia madre, da ragazza, aveva recitato anch’essa. Chissà..
Ha avuto un modello di riferimento per i suoi studi di recitazione?
Direi di no.. agli inizi ero molto affascinato da Gabriele Lavia, con cui ho avuto la fortuna di collaborare per ben quattro anni. Mi ha insegnato tantissimo.. oggi l’attore che mi conquista totalmente è Gianrico Tedeschi, ultranovantenne ma con una modernità sconcertante.
Qual è il lavoro teatrale e cinematografico a cui è più legato?
Direi forse SPETTRI, di Ibsen. Metà anni ’80.. proprio con Lavia. Forse perchè lì capii definitivamente che avrei potuto fare davvero l’attore. Ma, in generale, non ho spettacoli o film a cui sono particolarmente legato. Non li riguardo mai… io credo sia buon segno!! Non sto ancora invecchiando…
Con quale regista le piacerebbe tornare a lavorare? E da chi altro invece le piacerebbe essere diretto?
Ho avuto la fortuna di lavorare in teatro con molti grandi registi.. non ho ancora lavorato con Binasco. Mi incuriosisce molto. In cinema vorrei lavorare ancora con Verdone, è bellissimo essere sullo stesso set.
In che modo affronta lo studio dei personaggi che interpreta? Quanto di lei c’è nei suoi personaggi?
Nei personaggi che affronto c’è tanto di me, sempre. Di ciò che sono, di ciò che vorrei o non vorrei essere. I personaggi li aspetto pazientemente.. so che prima o poi mi parleranno. E che arriverò a pensare come loro.
Una domanda secca. Cinema o teatro?
Teatro
Ci racconta qualche aneddoto legato alla sua carriera artistica?
Un vuoto di memoria nel 1982.. a ripensarci ora mi vengono i brividi. Non solo non ricordavo le battute, quello succede spesso. Non capivo proprio chi fossi e perchè fossi vestito in quel modo e chi fossero quelli intorno a me. Un minuto interminabile.
Quali progetti ha per il futuro?
Racconterò la storia di Lea Garofalo, uccisa per ordine del marito, capofamiglia malavitoso nella Locride.
Cosa si sente di dire ai giovani attori che vogliono intraprendere questa carriera artistica?
Mestiere meraviglioso e durissimo.. crederci fino in fondo, sempre. Ma intraprendere questa strada solo se non se ne può fare a meno.