Attualità

Nessuna città italiana sensibile al tasso di influenza globale…Londra comanda

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Ebbene si, il bel Paese meta ambita di turismo che occupa le prime posizioni per bellezze e varietà di paesaggi, qualità di cibo ed arte così come per moda e ricerca eppure nessuna di queste caratteristiche rendono influente l’Italia a livello globale. Sono stati creati dei parametri ad hoc per calcolare l’influenza di una città, a quanto pare le due città italiane più rappresentative vengono tagliate fuori. Non c’è spazio né per Roma né per Milano.  A decretarlo? Il giornalista Joel Kotkin della rivista Forbes in collaborazione con il geografo Ali Modarres, l’analista di Accenture Aaron Renn e il demografo Wendel Cox. Londra è la metropoli più influente al mondo, fresca fresca di elezione, ad aver scavalcato Roma e Milano e persino New York e Parigi.

Londra è la città più popolosa d’Europa con ben otto milioni e mezzo di abitanti, ma il numero dei cittadini non è un valore preso in considerazione dal professor Kotkin. Allora perché vince? Semplice, è il centro maggiore di attrazione per ricchi indiani, russi, arabi così come i giovani e i professionisti che la scelgono come punto di partenza per costruire il loro futuro e tra quest’ultimi ben 550 mila sono italiani ed infine le società la eleggono come sede finanziaria preferita. Nonostante sia sul gradino più alto del podio continua a crescere  ed essere leader nell’economia e cultura,  si dice anche perché distante dai filtri imposti dall’Unione Europea.

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È arrivato finalmente il momento di esaminare gli otto fattori determinanti per l’influenza, dopo la dovuta premessa:

  1. La capacità di attrarre investimenti esteri calcolati sul numero delle società che hanno aperto un’attività negli ultimi 5 anni;
  2. La concentrazione di sedi di società internazionali ovvero il numero di corporate headquaters presenti;
  3. I primati su alcune nicchie di business;
  4. Le connessioni aeree: calcolato sul numero di voli disponibili senza scalo verso mete internazionali (rrequisito minimo 3 volte a settimana);
  5. La qualità e quantità dell’offerta di servizi alla produzione (studi legali, società di consulenza, infrastrutture tecnologiche);
  6. L’offerta di servizi finanziari e la presenza di società quotate;
  7. La concentrazione di start up e incubatori e dei media quali tv e giornali;
  8. La diversità razziale;

Tutti questi fattori sono facilmente racchiudibili nella parola “Hub“, al nostro manca tutto o in parte è incompleto, Roma e Milano sono lontane anni luce a Londra,  New York, Parigi, Singapore, Tokyo,  Hong Kong,  Dubai, Pechino, Sydney, Los Angeles, San Francisco e Toronto. Quest’ultima è la lista ufficiale per “influenza globale” , per sbloccare l’Italia non basta di certo un decreto.

Non ci resta che consolarci con gli insuccessi altrui, del tipo che non c’è nessuna città tedesca o spagnola nella classifica, inoltre se l’Inghilterra dovesse uscire dall’Unione Europea ecco che il centro gravitazionale diventerebbe… Dublino. Il fisco è più agevole e secondo il Financial Times le grandi bank di Wall Street stanno predisponendo i piani per spostare il grosso delle operazioni concentrate a Londra. Tra i colossi ci sarebbero Citigroup,  Morgan Stanley e Bank of America.

Nel frattempo in Italia ci sono ministri che vanno in vacanza a prendere il sole in topless…

A proposito dell'autore

Elisa Pagana

Elisa Pagana nata a Bronte (Ct) il 05/09/1991 studentessa di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Catania. Fin da piccola il carattere molto estroverso e vivace l'ha portata ad occuparsi di animazione. Appassionata di sport, cultura, viaggi e lingue. Amante della lettura e scrittura. Oltre a collaborare con liveunict, partecipa ogni anno a stage internazionali a sfondo giuridico.