
āNiente di nuovoā voi donne mi direte, eppure il risultato ĆØ sorprendente, considerando che lāItalia ĆØ uno dei paesi in cui il divario tra uomo e donna ĆØ ancora marcato: solo il 47% delle donne lavora rispetto al 60% degli uomini e rispetto al 60% della media. Consideriamo poi che lāOCSE conferma che lāimpiego delle donne nel Parlamento Italiano ĆØ ancora ridotto. Se dunque non esistessero le quote rosa ce ne sarebbero ancor di meno? Ma il divario pesa su un ulteriore aspetto importante come la retribuzione, difatti lāItalia si piazza tra gli ultimi posti per quanto riguarda la paritĆ degli stipendi. Queste donne lavoratrici sono inoltre relegate ad ambiti lavorativi tradizionalmente femminili, come istruzione, assistenza, pulizie, vendite al dettaglio. Ma in fondo anche noi donne dovremmo fare un piccolo esame di coscienza: viviamo in un paese non ancora pronto per una donna manager o magari siamo noi che non rischiamo diĀ metterci in gioco, lasciando i settori dellāedilizia, dellāospitalitĆ e del marketing agli uomini? SarĆ per questo che lāOCSE ci rivela un altro dato sconcertante: quanto a soddisfazione nella vita, le donne non arrivano alla sufficienza, si fermano al 5,8 contro il 6 degli uomini. Pare che questo doppio lavoro pesi troppo sulle condizioni fisiche delle donne e procuri loro molto stress.
Infine gli economisti sono certi nellāaffermare che se il dato di occupazione femminile andasse di pari passo con quello maschile, il Pil pro capite subirebbe un incremento di un punto percentuale allāanno per il prossimo ventennio. Cari uomini, sarĆ quindi il caso di rimboccarsi le maniche e colmare questi 223 minuti di scarto per il bene del paese?













