Che agli uomini piaccia sedersi sul divano, rilassarsi e guardare una partita è risaputo; ciò che forse non sapevamo è che l’Italia è un paese di donne lavoratrici: una donna lavora 326 minuti al giorno in più rispetto ad un uomo. Bambini, pulizie domestiche, genitori anziani e, oltre questo, anche la propria occupazione: quello della donna è a tutti gli effetti un doppio lavoro. Non dobbiamo stupirci se uno studio pubblicato dall’OCSE, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, rivela che in testa alla classifica delle donne che lavorano di più vi sia il nostro paese. Gli uomini invece riescono ad impegnarsi 103 minuti al giorno. Pare che, attuando una media tra lavori svolti all’interno e all’esterno dell’abitazione, la donna risulti comunque vincente, non è quindi opportuno tirare fuori il mito dell’uomo che “porta il pane a casa” e dentro non si dedica più di tanto ai lavori domestici.
“Niente di nuovo” voi donne mi direte, eppure il risultato è sorprendente, considerando che l’Italia è uno dei paesi in cui il divario tra uomo e donna è ancora marcato: solo il 47% delle donne lavora rispetto al 60% degli uomini e rispetto al 60% della media. Consideriamo poi che l’OCSE conferma che l’impiego delle donne nel Parlamento Italiano è ancora ridotto. Se dunque non esistessero le quote rosa ce ne sarebbero ancor di meno? Ma il divario pesa su un ulteriore aspetto importante come la retribuzione, difatti l’Italia si piazza tra gli ultimi posti per quanto riguarda la parità degli stipendi. Queste donne lavoratrici sono inoltre relegate ad ambiti lavorativi tradizionalmente femminili, come istruzione, assistenza, pulizie, vendite al dettaglio. Ma in fondo anche noi donne dovremmo fare un piccolo esame di coscienza: viviamo in un paese non ancora pronto per una donna manager o magari siamo noi che non rischiamo di metterci in gioco, lasciando i settori dell’edilizia, dell’ospitalità e del marketing agli uomini? Sarà per questo che l’OCSE ci rivela un altro dato sconcertante: quanto a soddisfazione nella vita, le donne non arrivano alla sufficienza, si fermano al 5,8 contro il 6 degli uomini. Pare che questo doppio lavoro pesi troppo sulle condizioni fisiche delle donne e procuri loro molto stress.
Infine gli economisti sono certi nell’affermare che se il dato di occupazione femminile andasse di pari passo con quello maschile, il Pil pro capite subirebbe un incremento di un punto percentuale all’anno per il prossimo ventennio. Cari uomini, sarà quindi il caso di rimboccarsi le maniche e colmare questi 223 minuti di scarto per il bene del paese?