Se ha un diritto esercitalo, Cosa aspetti? VOTA E FATTI VALERE
Il 24 e il 25 febbraio, ossia domenica e lunedì prossimo, finalmente avranno luogo le tante attese elezioni politiche per il rinnovamento dei due rami del Parlamento e del governo. C’è stata un’estenuante campagna elettorale a colpi di “botta e risposta” tra i candidati secondo il principio machiavelliano: ”Il fine giustifica i mezzi”, preso alla lettera in tutti i sensi, è bastato controllare la buca della posta per averne certezza.
Ci eravamo lasciati al 22 dicembre 2012, quando è avvenuto lo scioglimento delle camere a causa delle dimissioni del Premier uscente Mario Monti, dopo l’astensione di Angelino Alfano (Pdl) di rinnovare la fiducia, sostenuta fino a poco tempo prima insieme ad Udc e Pd. Tecnicamente si tratta di elezioni anticipate, perché di consueto si sarebbero dovute tenere nel mese di Aprile a conclusione delle XVI legislatura.
A tal riguardo, mi preme riprendere a titolo di cronaca il sistema elettorale vigente non riformato e tuttora vigente dal 2005, il c.d. Porcellum. Le sue principali caratteristiche sono:
1) Liste bloccate e premio di maggioranza: Sistema interamente proporzionale e premio di governabilità per la coalizione vincente. Ogni coalizione può determinare un “capo di coalizione”, escamotage con cui si è indicato in sostanza il candidato premier, visto che la Costituzione stabilisce che è il Capo dello Stato a nominare il presidente del Consiglio;
2) Soglie di sbarramento: Si dividono in soglie per coalizione e per partito. Queste ultime comportano che ,se un partito si presenta da solo, deve raggiungere il 4% per entrare in Parlamento. In senato la soglia è del 8% per i singoli partiti e del 3% per chi è coalizzato;
Senza entrare nei particolari delle dinamiche odierne, in linee generali, con due calcoli si può pronosticare anche un po’ l’esito e il peso che il voto di ognuno può esercitare. A tal proposito la cosa più importante non è stata detta:”Il diritto di voto”. Si è parlato dei comizi, di tutti i candidati, dei partiti, si è guardato agli anni precedenti, al presente e al futuro, eppure oggi la realtà è che non tutti gli italiani volutamente accorreranno alle urne in questi due giorni. Dopo tutto il trambusto derivato dal caos degli Erasmus che non potranno votare ci sono italiani che in terra natia non lo faranno a quanto pare.
Non mi sembra dovuto un encomio alle elezioni ma sul voto e sul suo diritto/dovere si. Si è discusso tanto sul valore della Costituzione italiana grazie anche a Benigni che l’ha richiamata alle orecchie degli italiani, ebbene l’Italia è una “Repubblica Democratica” e “la sovranità appartiene al Popolo”. “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Il fulcro è l’art 48:“Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.”
Se un diritto non viene esercitato si perde, non ha può valore. Il popolo si lamenta di non essere ampiamente reso partecipe della vita politica del Paese ma intanto stringe lo strumento può forte nelle sue mani. Lo sta stringendo così tanto che forse sta arrivando persino a stritolarlo. Né il referendum né le petizioni o le proposte di legge hanno un potere così forte e tale da influenzare l’andamento del Paese in cui si vive.
Molti risponderanno:” Non ci sono i candidati adatti, non meritano il mio voto”, certo si può sindacare inutilmente sui personaggi politici candidati oppure iniziare a capire che non c’è nessun tipo di quorum e che una scelta deve essere presa. Si può decidere di accettare la scelta altrui così come capita oppure partecipare attivamente alla scelta e affermare:” Io il mio diritto l’ho esercito, nel bene e nel male, ho espresso un mio giudizio”. Poi saranno gli avvenimenti postumi che certificheranno la scelta, ma intanto se si è chiamati a fare una scelta, non bisogna tirarsi indietro, si tratta della vita di tutti i giorni che tutti gli italiani vivono senza scegliere di tirarsi indietro.
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