Il Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania, situato nell’omonima piazza intitolata al celebre compositore catanese, è uno tra i maggiori gioielli architettonici e ad allo stesso tempo importante centro artistico e culturale della città.
La costruzione del teatro Massimo, quale centro di rappresentazione dell’opera di Catania, venne affidata nel 1870 al’architetto Andrea Scala, il quale portò avanti i lavori con l’architetto milanese Carlo Sada fino a quando però, dieci anni più tardi, la società che finanziava i lavori finì in liquidazione.
Allora il Comune decise non soltanto di ridimensionare il progetto, ma di affidarlo direttamente nelle mani dell’architetto Carlo Sada, il quale terminò i lavori in soli 7 anni. Tuttavia, il teatro fu inaugurato soltanto tre anni dopo, nel 1890. La spiegazione ufficiale fornita dal Comune in quell’occasione per il ritardo nell’apertura del teatro, adduceva all’epidemia di colera che aveva colpito la città di Catania proprio in quegli anni. In realtà, è noto che il teatro fu inaugurato solo nel 31 maggio 1890 perché mancavano i fondi necessari a pagare un impresario.
Altra annosa questione fu quella, secondo la quale l’architetto Sada pagò a sue spese la realizzazione del teatro e dovette poi muovere azione legale nei confronti del Comune di Catania per ottenere il compenso che gli spettava. Nonostante le controverse vicende legate alla sua costruzione, l’inaugurazione del Teatro Massimo di Catania fu realizzata in grande stile ed ebbe un grande successo, merito soprattutto dell’opera che fu eseguita quella sera, la Norma di Vincenzo Bellini.
La facciata del teatro in stile neobarocco si ispira al classico sansoviniano della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Il resto dell’immobile, però, se ne distacca nello sviluppo laterale, assumendo la forma di teatro. Nella facciata centrale del teatro si trovano i busti di tre compositori famosi catanesi: al centro primeggia naturalmente l’immagine di Vincenzo Bellini, ai cui lati sono raffigurati altri due compositori minori catanesi, Coppola e Pacini. Appena si fa ingresso al teatro, si trova una sala rotonda, dove gli spettatori hanno la possibilità di intrattenersi prima e dopo lo spettacolo e durante le pause, più propriamente detto petite foyer. In questo locale a far da padrone è proprio un busto bronzeo raffigurante l’architetto Sada.
Dal petite foyer si accede direttamente alla sala, realizzata secondo la forma di un cucchiaio. La scelta della tipica forma a cucchiaio, o a ferro di cavallo della sala è stata studiata con estrema lungimiranza dall’architetto, il quale mirava ad ottenere la migliore riproduzione del suono possibile. E si può dire che ci sia riuscito, visto che il teatro, apprezzatissimo sin da subito per la sua acustica da compositori e da cantanti lirici, del calibro di Maria Callas, è ancora oggi considerato il teatro con l’acustica migliore del mondo. La sala dotata di quattro ordini di palchi oltre il loggione, ha una capienza di 1200 posti. Essa, inoltre, si distingue per la grande ricchezza decorativa.
Il soffitto è affrescato dal pittore Ernesto Bellandi con l’apoteosi di Bellini al centro con a fianco le allegorie delle sue maggiori opere, due tragedie e due commedie: la Norma, La sonnambula, I puritani e Il pirata. Salendo le scale, si accede ai vari palchi che hanno ospitato negli anni migliaia di spettatori ed intenditori di musica lirica. In cima alle scale, infine, si trova il vero e proprio foyer del teatro, molto ampio ed elegante, dove tra colonne in pietra dipinte a mo’ di marmo, svetta la statua in bronzo di Vincenzo Bellini, opera di Salvo Giordano. Inoltre, esisteva al suo interno un cafè, dove si intrattenevano gli spettatori durante le pause, che è oggi un bar, e la sala era divisa tra la zona fumatori e non fumatori.
Il Teatro Massimo Vincenzo Bellini ha visto passare sul suo palcoscenico molti tra i maggiori musicisti del Novecento, da Gino Marinuzzi a Vittorio Gui, da Antonio Guarnieri a Georg Solti, Lorin Maazel, Riccardo Muti, Giuseppe Sinopoli, Alain Lombard; da Toti Dal Monte alla Callas alla Caballé alla Scotto alla Freni; da Schipa a Gigli, a Corelli a Pavarotti a Pertile a Del Monaco a Di Stefano; da Galeffi a Bechi, a Gobbi, a Nucci, ed ha rappresentato in pratica tutti i capolavori del teatro musicale. Oggi il teatro, che dispone di un’orchestra di 80 elementi e di un coro di 57 elementi, continua ad essere, dopo oltre cento anni, il centro propulsore della vita musicale catanese.