Ancora una storia di malversazione e corruzione, questa volta ad esserne protagonista è l’Università di Genova, dove cinque uomini tra imprenditori e dipendenti pubblici sono stati arrestati con l’accusa di aver realizzato appalti truccati, e di aver intascato tangenti.
Facevano risultare come eseguiti lavori e ristrutturazioni all’Università di Genova, ma gran parte degli interventi si svolgeva solo sulla carta, perché i 5 uomini arrestati ieri dalla Guardia di Finanza, di cui 3 imprenditori e 2 dipendenti pubblici, realizzavano appalti truccati e tenevano per loro il bottino.
Dall’operazione delle Fiamme Gialle denominata “Macchia Nera” è emerso che i dipendenti pubblici prendevano tangenti a tranche di cinquecento, mille euro alla volta. Facevano figurare lavori di manutenzione del patrimonio universitario mai effettuati, falsificando pure le firme dei loro superiori gerarchici. I 5 arrestati sono stati incastrati da intercettazioni telefoniche e ambientali. Altrettanto determinanti, soprattutto, le immagini riprese con telecamere installate nei due posti in cui dipendenti dell’Università e impresari s’incontravano per il passaggio delle mazzette. Condannati agli arresti domiciliari, gli uomini sono accusati di corruzione, di falso in atto pubblico e di atti contro la Pubblica Amministrazione.
Siamo difronte ad una delle tante vicende che vedono ogni giorno il nostro Paese nelle prime pagine dei giornali per atti di corruzione e concussione nell’esercizio del poter pubblico. La trasparenza e l’onestà sono le qualità che ogni dipendente pubblico e statale dovrebbe assumere come linee guida per il proprio comportamento, tuttavia, la realtà ci dimostra, invece, che la morale è sempre più distante dal potere e dal suo esercizio pubblico.