I nuovi dati sull’istruzione italiana denunciano un quadro problematico relativo all’istruzione: circa 135 mila studenti abbandonano gli studi, circa un alunno per classe. Una buona percentuale di questi risiede nel meridione.
L’Italia è fra i primi paesi europei in termini di perdita degli studenti, dopo Romania, Malta, Portogallo e Spagna. Si tratta di ragazzi spesso demotivati o dalle famiglie problematiche, ma anche studenti che gettano la spugna nel corso degli anni o soprattutto nel passaggio ad altri anni di studio. Alle medie il fenomeno è più contenuto, ma i dati delle superiori restano particolarmente gravi, costituendo anche oltre il 4% in termini di perdite. Nel passaggio tra un anno e l’altro si perdono circa 70 mila alunni, la maggior parte dei quali è di genere maschile. La scuola che annovera più vittime è il liceo artistico. Il ministro Fedeli, denunciando la particolare gravità della situazione, ha sottolineato l’importanza di arginare questo fenomeno, affermando che spesso il divario sociale è particolarmente ampio e che devono essere garantite pari opportunità.
I motivi dell’abbandono scolastico sono i più disparati: dopo la bocciatura, molti decidono di non continuare; spesso gli alunni si sentono demotivati perché credono di andare incontro alla disoccupazione; altri, credendo di aver effettuato scelte sbagliate, decidono di andare a lavorare. Si auspica una maggiore attenzione da parte anche del personale scolastico per riprendere una situazione che risulta molto difficile.