Il Moma di New York metterà in esposizione un originale modello di “coppola storta”, per sconfiggere finalmente il pregiudizio intorno a questo cappello, simbolo della sicilianità.
Sconfiggere il pregiudizio mal indirizzato che lega questo semplice capo d’abbigliamento all’immaginario mafioso siciliano: è questa la policy che guida il lavoro della “Factory 23”, l’azienda palermitana che mira a creare un prodotto etico e di qualità.
Tradizionalmente legata all’idea di mafia, la coppola è in realtà un indumento rappresentativo della Sicilia e della sicilianità e, per queste ragioni, è stata scelta per rappresentare un codice di stile del Novecento in occasione della mostra “Items: is Fashion Modern?” al MoMa di New York.
La mostra si propone di rievocare e celebrare il Novecento attraverso 111 oggetti di stile, che sono diventati vere e proprie icone del “secolo breve”. Tra la boccetta di Chanel N°5, la bandana, l’orologio Casio e moltissime altre icone del fashion, sarà possibile ammirare, quindi, anche le creazioni del brand “Coppole Storte”, realizzate dall’azienda, interamente al femminile, Factory 23, che realizza prodotti colorati e originali dal 1999. Ogni singolo pezzo è prodotto a Palermo, a Piana degli Albanesi, per essere poi venduto in Italia nel mondo.
La “coppola storta”, che verrà messa in esposizione al Museo d’Arte Moderna di New York, sarà un modello in tweed “Pirandello” e avrà il compito di ribaltare e riabilitare la reputazione di questo copricapo, associata per troppo tempo al mondo mafioso. Da oggi in poi, pertanto, chiunque acquisterà uno di questi creativi cappelli potrà non solo vantarsi di possedere un capo di alta manifattura, ma anche di indossare una vera e propria opera d’arte.