Almalaurea intervista 111 neolaureati del Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche di Catania. I dati raccolti permettono alle future matricole e ai neolaureati alla triennale di analizzare i punti di forza e i punti deboli dell’offerta catanese.
Tempo di valutazioni e riflessioni per i neodiplomati, ma anche per chi si è guadagnato da poco la tanto sudata laurea triennale. Infatti, capire quale sarà la propria situazione al termine del percorso di studi scelto è utile per prevedere come si presenterà nel mercato del lavoro. La previsione si basa sul confronto con chi ha già completato il proprio percorso di studi al Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche di Catania.
Stando ai dati Almalaurea, l’età media dei laureati alla triennale in Scienze Biomediche e Biotecnologiche di Catania è di 24 anni. Di 27 anni per chi sceglie di proseguire con la specialistica. Tempi quindi più lunghi, rispetto a quelli canonici previsti dai piani di studio, ma che vengono compensati dall’ottima media del voto di laurea. Per i laureati alla triennale si aggira attorno al 107 su 110, mentre per quelli della specialistica impera il 110.
È chiaro che un buon voto di laurea non è condizione sufficiente per trovare in fretta un posto di lavoro. Nonostante ciò, per chi si laurea in Scienze Biomediche e Biotecnologiche a Catania, l’inserimento nel mondo del lavoro pare essere piuttosto promettente. Lo attestano i dati sul tempo impiegato per reperire il primo lavoro. Sia per chi si ferma alla triennale che per chi prosegue con la specialistica, basta in media un mese e mezzo di ricerca per entrare di fatto nel mondo del lavoro. Ed in generale questo dato conferma quello sulla condizione occupazionale dei laureati in Scienze Biomediche e Biotecnologiche catanesi. Sono 59,5% i laureati alla triennale che lavorano, superando i colleghi che hanno completato il ciclo di studi con la specialistica. Infatti, di quest’ultimo campione a lavorare è il 57,5% .
Sul fronte retributivo si manifesta un divario simile tra laureati alla triennale e quelli che hanno conseguito la laurea specialistica. Chi si ferma alla triennale percepisce uno stipendio maggiore, che si aggira intorno ai 793,00 euro mensili. Qualche euro in più rispetto agli specializzati, i quali guadagnano in media 712,00 euro al mese. A pesare sulla statistica della retribuzione è, qui come altrove, il divario di genere. Basti notare che tra uomini e donne laureati alla triennale la retribuzione differisce in media di 102,00 euro.
Per ponderare l’offerta formativa catanese non si può evitare di analizzare i dati sull’utilizzo delle competenze acquisite con la laurea. Il 54,3% dei laureati di primo livello dice di aver speso in misura elevata le competenze acquisite nel Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche di Catania. I laureati di secondo livello appaiono un po’ meno soddisfatti. Tra questi solo il 40% afferma di aver utilizzato in misura elevata le competenze acquisite all’università.
Se a spaventare è un futuro trasferimento alla ricerca di un impiego, i futuri laureati in Scienze Biomediche e Biotecnologiche non hanno di che preoccuparsi. Ben il 95,5% dei laureati in questo Dipartimento catanese hanno trovato impiego nell’area geografica corrispondente alle isole italiane. La zona geografica in cui figura anche la Sicilia sembra quindi un ottimo territorio in cui presentarsi ad aziende private pronte ad accogliere i laureati catanesi.