Secondo la Nasa e l’Agenzia federale Usa(Noaa) per la meteorologia, il 2016 sarebbe stato l’anno più caldo di tutti dal 1880, anno in cui sono iniziate le misurazioni e le registrazioni delle temperature a livello mondiale.
Il 2016 ha battuto ogni record: sembra, infatti, che l’anno precedente la temperatura globale sia aumentata di 1,2 gradi rispetto all’età preindustriale. Superando i record stabiliti dal 2014 e dal 2015, stando a quanto rivelano i meteorologi, il 2016 è stato l’anno più caldo registrato finora.
Questi dati, purtoppo, denotano una tendenza negativa sulla salute del nostro Pianeta, che comporterà, secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), proseguendo per questa strada, un progressivo ed irreversibile aumento della temperatura globale, anno dopo anno, fino a raggiungere 4-5 gradi in più alla fine del secolo. Il clima sta cambiando, e cambia a ritmi sostenuti a causa delle nostre attività umane.
È noto che la principale causa dei cambiamenti climatici risiede nel surriscaldamento globale, quest’ultimo dovuto a sua volta all’emissione di gas serra, in particolare l’anidride carbonica (CO2).Le emissioni di questi gas, responsabili del famoso effetto serra ed in parte già presenti in natura, sono legate all’attività umana, all’uso di energia fossile, ossia petrolio, carbone e gas naturale.
Oltretutto, alle emissioni di gas novici e al riscaldamento globale, si aggiunge anche l’effetto di El Niño. Esso è un fenomeno climatico periodico e ciclico che provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale, in corrispondenza dell’America Latina. Si verifica in media dopo un periodo dai tre agli otto anni. Questo fenomeno, dal punto di vista precipitazionale, porta a intense precipitazioni e tornado sull’America centro-meridionale, violenti uragani sull’intero Pacifico meridionale e in Australia settentrionale, e determina periodi di siccità in Africa centro-occidentale fino all’Indonesia. Inoltre i suoi effetti sulla variabilità interannuale delle condizioni meteorologiche e climatiche sono registrati anche su scala mondiale.
Però, ciò che è più evidente è la recente frequenza e intensità con cui si verificano fenomeni climatici insoliti, talvolta inaspettati e imprevedibili, in diverse parti del mondo ed in maniera del tutto irregolare. Quelli che gli esperti chiamano eventi estremi, fenomeni che mettono a repentaglio la nostra sicurezza e la stabilità, l’equilibrio del nostro pianeta.
Una delle varie motivazioni espresse dagli esperti è che l’aumento delle temperature e il riscaldamento globale provocano maggiore variabilità, incrementando quindi gli eventi estremi, avremo ondate di caldo e di freddo di maggiore rilevanza. Talune ondate di freddo potrebbero anche essere persistenti, e persino presentarsi con imponenza storica.
Le recenti ondate di gelo e neve che stanno colpendo l’Italia centrale potrebbero essere lette in questo quadro. Umbria, Marche e Abruzzo sono messe in ginocchio dalla neve, che si aggiunge alle continue scosse sismiche che colpiscono la zona, generando vere e proprie emergenze. Una delle città più colpite dalla neve sembra essere quella di Chieti, dove le continue nevicate hanno coperto l’intera città con più 80cm di neve, e dove è dovuto persino intervenire l’esercito. Tutto ciò ha qualcosa di incredibile e di storico.
Esempi simili, si verificano sempre con maggiore evidenza ovunque, in ogni parte del Mondo, a partire dallo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia, in Siberia, nella zona più settentrionale del Canada e in Alaska fino a catastrofi naturai devastanti come siccità e inondazioni in Oriente e nel Sud-Est asiatico.
Negli ultimi decenni, vari accordi internazionali in materia ambientale sono stati intrapresi, tra cui il più celebre è il Protocollo di Kyoto del 1997, al fine di rispettare standard di sostenibilità ambientale ed introdurre controlli e limitazioni all’emissione di gas nocivi per la salute del nostro pianeta.
Nonostante ciò, gli accordi internazionali, che hanno senza dubbio una ricaduta in termini di costi produttivi e non solo, nel sistema economico degli Stati aderenti al patto, non hanno avuto gli esiti sperati.
Gli accordi internazionali e la questione ambientale richiedono maggiore serietà di quella avuta finora. Dobbiamo scegliere ed agire, se vogliamo avere un futuro per noi e le generazioni a venire. Rispettare l‘ambiente vuol dire rispettare la vita. Se maltrattiamo l’ambiente, giorno dopo giorno, in virtù dei nostri interessi personali ed egoistici, in virtù del denaro e della ricchezza, finiremo per rendere povero il nostro Pianeta, depauperandolo delle sue reali ricchezze, fino a quando non lo avremo distrutto completamente.