Sono cinque gli indagati per turbativa d’asta e associazione a delinquere al termine di un’inchiesta che, proprio nelle prime ore di oggi, ha portato al sequestro di beni per oltre 10 milioni di euro e al congelamento delle disponibilità finanziarie di coloro che sono attualmente sottoposti alle indagini.
Ad essere al centro del ciclone giudiziario sarebbe una cooperativa operante nel settore dei trasporti sanitari la quale, per aggiudicarsi il servizio, sarebbe stata disposta di uno scarno parco mezzi e di un personale costretto a massacranti turni di lavoro e a rinunciare al dovuto periodo di ferie.
I sequestri dei beni arrivano grazie ad indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Pescara con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali, pedinamenti ed osservazioni dalle quali è emerso che la cooperativa, con sede centrale nella provincia di Milano, avrebbe turbato diverse gare d’appalto per accaparrarsi la gestione del servizio su svariate regioni della Penisola, tra cui Sicilia, Abruzzo, Campania e Lazio.
Il tutto veniva svolto grazie ad “anomali prezzi al ribasso” garantiti appunto dallo sfruttamento dei lavoratori, lasciati senza contributi straordinari e con compensi minimi rispetto alle cifre previste dai contratti nazionali e con un numero di ambulanze di molto inferiore a quello contrattualmente pattuito. Per poter partecipare ai bandi, la cooperativa avrebbe fatto ricorso ad un prestanome così da poter occultare le effettive gestione e direzione aziendale condotte da un individuo già condannato, nel 2017, per un altro episodio di turbativa d’asta.
Il gip di Pescara ha dunque fatto eseguire il procedimento di sequestro preventivo, richiesto dalla Procura della città abruzzese, ai danni dei gestori della cooperativa, tutti originari della provincia di Messina, che avrebbero commesso reati anche nel catanese.
Aeroporto Catania, pronto il nuovo terminal provvisorio: aprirà domani [FOTO]