Maria Cristina Messa, Ministra dell’Università e della ricerca della Repubblica Italiana, parla della carriera dei docenti universitari, cercando una soluzione per far sì che sia più veloce e marcata.
Messa, in un’intervista rilasciata al Corriere, annuncia la nuova e innovativa riforma che si sta cercando di emanare. “Il Parlamento lavorava alla riforma da un paio d’anni. Negli ultimi mesi ministero e Camere abbiamo scritto questo emendamento che mette tutti d’accordo. Lo scopo è di semplificare la carriera dei ricercatori scandendo meglio il percorso ed evitando inutili attese e perdite di tempo.”
“Scompare il ricercatore di tipo A – spiega la Messa – che viene sostituito da un vero e proprio contratto di ricerca, come quello che all’estero è il cosiddetto post-doc: due anni che possono diventare cinque se si tratta di un progetto europeo, nei quali il borsista ha un contratto con oneri previdenziali e pensionistici. Poi può tentare il concorso da ricercatore vero e proprio: si tratta di un percorso di sei anni che può essere ridotto a quattro per chi ha già una certa seniority e, a fronte di una produzione di ricerca adeguata, può anticipare la presa in servizio come associato in 4 anni”.
“Un giovane si laurea a 24 anni, fa il dottorato fino 27, prende un contratto e arriva a 30. Poi vince il posto di ricercatore, il tenure track (Rtt) che lo porta a 36-37 a diventare associato, anticipando di 6-7 anni rispetto ad ora”.
Sarebbe dunque questa la tempistica pensata e proposta dalla Ministra e dal Parlamento per il settore universitario. Se si parla di risorse e fondi, invece, Messa ha dichiarato che è in arrivo un nuovo bando da 600 milioni per i ricercatori.