Con l’insediamento del nuovo Governo si è spesso discusso, nelle ultime settimane, circa le possibili sorti del Reddito di cittadinanza, il sussidio destinato a cittadini e famiglie in difficoltà economiche. Sebbene ancora al vaglio del nuovo esecutivo, è ormai assodato come il Reddito di cittadinanza sarà riconfermato, grazie a un rifinanziamento della misura in questione, che potrebbe, comunque, subire delle modifiche.
Reddito di cittadinanza: novità
Il Governo è attualmente al lavoro per apportare sostanziali novità al sussidio. Si pensa, per esempio, di permettere ai percettori dell’assegno di cittadinanza di lavorare temporaneamente: questi non dovranno rinunciare definitivamente al sussidio. L’idea, in particolare, sarebbe quella di sospendere l’erogazione dell’importo concesso al beneficiario per tutta la durata del proprio contratto lavorativo a tempo.
Alla cessazione dell’attività lavorativa temporanea, il percettore potrebbe ricevere nuovamente la somma destinatagli al momento di accettazione del Reddito di Cittadinanza, senza subirne la perdita e senza riduzione dell’assegno. Ad anticipare la modifica è la viceministra dell’Economia, Laurea Castella, sull’onda di quanto introdotto anche dal ministro del Lavoro, Orlando. Questa modifica potrebbe consentire di evitare che i percettori del reddito rifiutino impieghi a scadenza per la paura di restare senza l’assegno al termine del contratto di lavoro.
Aumentano i finanziamenti
Le novità relative al noto e discusso sussidio, comunque, non finirebbero qui. Come dichiarato dal ministro del Lavoro, intervistato da “Radio Anch’io”, il progetto sul quale si intende puntare sarebbe quello di ridurre la platea dei fruitori, facendo in modo di incentivare l’occupazione e riducendo, di conseguenza, il numero dei cittadini bisognosi di forme di assistenzialismo.
Verranno, inoltre, investiti ulteriori fondi per il Reddito di cittadinanza, che, sempre secondo Orlando, ha rappresentato nell’ultimo anno uno strumento essenziale per impedire che la crisi economica si trasformasse in crisi sociale. L’incremento dei fondi destinati al sussidio, comunque, non intende incentivare l’abitudine all’assistenzialismo. Se da una parte, infatti, l’Rdc, insieme ad altre misure come il Rem, ha permesso (e permette) a numerose famiglie di restare a galla durante il difficile periodo pandemico, dall’altra lo scopo è quello di mettersi al lavoro in materia di politiche attive, assicurando l’occupazione e anche una continua formazione del cittadino all’interno del mercato del lavoro.