Sembrava esser stata assorbita la sentenza relativa all’illegittimità dello Statuto dell’Università degli Studi di Catania, dopo le modifiche deliberate dagli organi di Ateneo e le dichiarazioni da parte del Ministero dell’Istruzione, ma ad oggi pare non sia più così.
Portavoci di questa nuova apertura sono le due componenti del Consiglio di Amministrazione, Febronia Elia e Maria Antonietta Toscano, che attraverso una nota hanno comunicato la proposta di ricorso al TAR Sicilia della sezione di Catania “affinché sia prontamente ordinato l’avvio delle procedure per la costituzione dei nuovi organi statutari, alla luce della legge 240/2010 e dell’ art. 42 del nuovo statuto, emanato a seguito della sentenza di annullamento pronunciata dal Consiglio di Giustizia Amministrativa il 27 febbraio 2015“.
E la prof.ssa Febronia Elia si fa carico e portavoce anche di una “radicale inversione di rotta, attraverso un nuovo progetto di cui intendo farmi parte attiva, che coinvolga il maggior numero possibile di persone, per giungere all’elezione di nuovi organi statutari, a partire dal rettore, che siano pienamente rappresentativi di tutte le anime dell’Ateneo“.
In primo grado, il TAR aveva rigettato il ricorso, mentre il CGA, ritiratosi in camera di consiglio il 15 gennaio 2014, aveva emesso la sentenza, dopo oltre un anno, dove si dichiarava illegittimo lo Statuto d’Ateneo. La dichiarazione di illegittimità dello Statuto trascinava nello stesso vizio, anche tutti quegli organi che proprio in base a quelle norme erano stati eletti: Rettore, Consiglio di Amministrazione e Senato Accademico.
Ma secondo la nota, rilasciata nel mese di marzo, dal Direttore generale del MIUR, dott. Daniele Livon, il percorso di revisione statutaria intrapreso dall’Università di Catania successivamente all’avvio del contenzioso da parte dello stesso Ministero, poteva agevolmente completarsi con l’adozione di due ulteriori modifiche riguardanti l’articolo 6 comma 8 dello Statuto, e che successivamente portarono all’assorbimento della sentenza.
“La politica adottata dal rettore Pignataro – tuona ancora la prof.ssa Elia – si è rivelata fallimentare e, col sacrificio di troppe risorse, ha determinato un indebolimento generale dell’Ateneo; di qui un malessere diffuso, che va contrastato mediante scelte inclusive e di vera pacificazione“.