Il ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità hanno messo a punto un piano, pubblicato sul sito della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri e diffuso con una circolare alle Regioni, agli altri ministeri e a diverse istituzioni, per supportare la verifica e il rafforzamento dello stato di preparazione dei sistemi sanitari nelle Regioni.
La messa in atto concreta del piano dipenderà dall’andamento dei contagi, potrebbero continuare a crescere come verificato nelle ultime settimane oppure stabilizzarsi nella maggior parte delle regioni. Se l’Rt (ossia tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure atte a contenere il diffondersi della malattia) dovesse sensibilmente superare quota 1,5, il sistema sanitario nazionale potrà dare l’allarme.
Nel documento prima citato, diffuso con una circolare alle Regioni, si delineano quattro diversi scenari possibili relativamente allo svolgimento dell’epidemia in corso:
- “Situazione di trasmissione localizzata (focolai) sostanzialmente invariata rispetto ad oggi”. Si tratta dello scenario più rassicurante, prevede focolai con Rt sopra la soglia di 1 per periodi inferiori a un mese e capacità dei sistemi sanitari regionali di tracciare i contagi;
- ”Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario”. Prevede un Rt oscillante tra 1 e 1,25, quindi una trasmissibilità sostenuta. Il sistema sanitario dovrebbe ancora essere in grado di sostenere la nuova ondata;
- “Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario”. È lo scenario del rischio elevato, l’indice di contagio oscilla sistematicamente tra 1,25 e 1,5, non si riesce a isolare i focolai e i servizi assistenziali mostrano segni di affaticamento con un aumento marcato di occupazione dei posti letto in ospedale;
- “Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1.5 nel suo intervallo di confidenza inferiore per periodi lunghi (almeno 1 mese)”. È lo scenario peggiore, con un Rt al di sopra di 1,5 per oltre un mese, caratterizzato dall’impossibilità di risalire la catena dei contagi e dal sovraccarico del sistema sanitario.
Il piano contiene, infine, anche una sorta check-list per le regioni al fine di valutare la portata e la preparazione dei singoli sistemi sanitari regionali. Tra i requisiti richiesti figurano, ad esempio, percorsi dedicati nei Pronto Soccorso per i casi sospetti, sistema di sorveglianza e monitoraggio epidemiologico e clinico istituito e operativo che consenta l’identificazione precoce di casi sospetti di COVID-19 tra i residenti e gli operatori all’interno di ogni struttura e tempestivo trasferimento presso strutture ospedaliere o alberghiere destinate a soggetti positivi.