L’Ars ha approvato la legge-voto per l’inserimento della condizione di insularità nello Statuto Autonomistico siciliano.
Una notizia, questa, a dir poco rilevante in quanto la misura prevederebbe il riconoscimento da parte dello Stato degli svantaggi che la condizione di insularità inevitabilmente porterebbe con sé. Inoltre, attraverso l’approvazione, risulterebbe possibile realizzare più misure ed interventi volti a garantire anche ai siciliani tutti i diritti che la cittadinanza comporta.
Tuttavia, prima di divenire ufficialmente realtà, la norma dovrà essere trasmessa al Parlamento nazionale che avrà l’incarico di approvarla con procedura costituzionale.
“Una lunga battaglia che giunge a compimento, nella quale abbiamo lavorato per 3 anni – commenta l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao – e che adesso passa al Parlamento nazionale”.
Si stima che la condizione di insularità potrebbe costare alla Sicilia tra i 4 ai 5 miliardi di euro l’anno ma di cosa si tratta nello specifico? La definizione di insularità comprende il concetto di “discontinuità territoriale” che caratterizza alcune regioni e che determina una specificità di natura economica, ambientale e sociale, oltre che conseguenti e maggiori difficoltà in merito, per esempio, ai trasporti.
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