La Regione Siciliana ha affidato al professore Giuseppe Barone, coinvolto in merito all’inchiesta denominata “Università Bandita” che la scorsa estate ha causato un vero e proprio terremoto all’Università di Catania, la stesura di una relazione sui moti indipendentisti siciliani del 1820. A riportare la notizia è “Focus Sicilia”, che ha anche riportato le dichiarazioni di Barone riguardo alle accuse mossegli. Per il suo studio, infatti, il professore avrebbe ricevuto 12mila euro e avrà 120 giorni per redigerlo e inviare il documento, che diventerà poi di proprietà della Regione.
L’incarico a Uccio Barone e il rimborso spese
Il professor Barone, che al momento ha ricevuto solo un avviso di garanzia nell’ambito dell’indagine “università bandita”, sarebbe stato scelto da Nello Musumeci per il suo curriculum e la conoscenza dell’Italia liberale tra ‘800 e ‘900. I fondi pari a 12mila euro, inoltre, proverrebbero dal bilancio regionale e rappresenterebbero una sorta di rimborso spese per il docente. Secondo Barone, infatti, la realizzazione dello studio richiederà soggiorni all’Archivio di Stato di Palermo e viaggi a Roma e a Parigi per prendere documenti su fondi del ministero francese.
Stando a quanto sostenuto da Barone, si tratterebbe di un compenso lordo, di cui circa la metà tornerebbe al fisco. La decisione della Regione Siciliana è stata presa il 30 dicembre dell’anno appena trascorso. Le celebrazioni del bicentenario riguarderanno uno degli eventi storici avvenuti in Sicilia sotto la dinastia dei Borbone, orientativamente cinquant’anni prima dell’Unità d’Italia.
Barone e lo scandalo di “Università bandita”
A far storcere il naso, comunque, sarebbe il presunto coinvolgimento, non ancora chiarito dagli inquirenti, del professore nello scandalo dei concorsi truccati all’Università di Catania. L’ex docente ordinario al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali di UniCT è, infatti, attualmente indagato insieme al figlio Antonio Barone, anch’egli professore dell’Università di Catania, e a moltissimi altri colleghi.
Stando alle ricostruzioni della Procura distrettuale, Barone avrebbe contribuito attivamente alla creazione e conservazione di un sistema di potere atto a manovrare le assunzioni presso UniCT. Il docente, in ogni caso, sarebbe a oggi solamente indagato, avendo ricevuto un avviso di garanzia, ma non sarebbe stata appurata la sua effettiva complicità. Gli è stata, inoltre, revocata la sospensione dell’esercizio di pubblico ufficio.
Il docente universitario avrebbe ribadito che nei suoi confronti è stato emesso soltanto un avviso di garanzia, chiarendo di non avere alcuna interdizione e di attendere anzi di essere chiamato per poter proclamare la sua innocenza, per cui la legittimità della mossa della Regione non sarebbe in dubbio.