Nella giornata di ieri si è tenuta l’assemblea cittadina richiesta da vari consiglieri, primo firmatario Salvo Di Salvo, intorno la privatizzazione dell’aeroporto di Catania. Presenti anche il sindaco Salvo Pogliese, l’assessore regionale alle infrastrutture Marco Falcone, il presidente della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia Piero Agen, l’amministratore delegato della Sac Nico Torrisi e la componente del Cda Sac Maria Elena Scuderi.
Due gli argomenti trattati in sede di assemblea: l’invito al sindaco di promuovere la realizzazione di una nuova pista per l’aeroporto e all’amministrazione di rivolgersi agli organi ministeriali per ottenere le agevolazioni per la continuità territoriale.
“È la quota di maggioranza della società di gestione dell’aeroporto, non l’aeroporto stesso che invece è e rimarrà pubblico, di proprietà del Ministero delle infrastrutture che lo ha assegnato a ENAC di cui siamo concessionari” – puntualizza Nico Torrisi, AD della Sac, ripercorrendo poi le fasi della privatizzazione.
Si prosegue con l’intervento di Marco Falcone, assessore regionale alle infrastrutture: “La Regione Siciliana, dando l’assenso alla cessione delle quote maggioritarie, non ha concesso una delega in bianco ai vertici della Sac, e rimane vigile sull’intero iter della privatizzazione dello scalo di Fontanarossa. Il Governo Musumeci, infatti, ha chiesto un puntuale e strategico Piano industriale che dia prova degli investimenti aggiuntivi che gli eventuali acquirenti dovranno compiere rispetto a quelli già messi in campo dalla Regione. A garanzia degli interessi dei siciliani, dunque, abbiamo posto dei paletti per evitare potenziali svendite di uno scalo che non deve essere ‘condannato’ a rimanere strategico per la condizione di insularità della Sicilia, ma che dovrà esprimere tutte le naturali potenzialità di aeroporto a vocazione internazionale.”
“A scanso di equivoci e di interpretazioni strumentali – conclude il sindaco Pogliese – ribadisco che Comune non venderà il 2% della propria partecipazione all’interno della Sac per alcune riflessioni di carattere tecnico-politico che abbiamo fatto, ancor prima che il consiglio nello scorso mese di aprile si pronunciasse contro la vendita delle quote. Lo farà invece parzialmente la Città metropolitana, vendendo il 50% della sua quota che è del 12,21%, perché l’aeroporto di Catania necessita di investimenti strutturali significativi che nessuno fra i soci può garantire un euro di risorse aggiuntive per assicurare gli investimenti necessari per far decollare in termini di presenze e trasporto passeggeri. Entro il 2030 si è calcolato che l’aeroporto possa raddoppiare il traffico passeggeri trasportati addirittura fino a 20 milioni l’anno, con benefici che ricadrebbero su tutto il territorio. Pertanto la privatizzazione è l’unica strada possibile, con successo già percorsa da altri aeroporti come Napoli, Venezia, Roma, ovunque con importanti risultati. Coi proventi della cessione della metà delle quote della città metropolitana, realizzeremo un introito presumibilmente circa sessanta milioni di euro che verranno spesi per i servizi del territorio provinciale come strade e scuole; per questo confidiamo di poter trovare la giusta sintesi tra i soci pubblici, che assicureranno il dovuto controllo con quelle di legittimo profitto dei privati che acquisteranno le quote con procedure che dovranno essere assolutamente trasparenti”.