All’incontro tra Musumeci, Pogliese, Messina e i sindacati del Teatro Massimo (rassicurati sul fondo stanziato di 13,6 milioni di euro) non sono mancate considerazioni sulle difficoltà oggettive che l’ente lirico sta affrontando, causate da errori del passato. Infatti, il governatore ha tenuto a sottolineare come la politica del Teatro Bellini debba necessariamente cambiare, e aprirsi a nuove prospettive, coinvolgendo soprattutto i giovani incentivati da un biglietto agevolato o con l’inserimento dell’ente lirico nel circuito dei “teatri di pietra” che favorisca anche tournée internazionali, oltre che nazionali.
Così, Musumeci ha espresso – su La Sicilia – il suo punto di vista nei confronti del teatro tanto amato dai catanesi: “Il Massimo Bellini paga oggi gli errori e le disattenzioni degli anni passati. Soffre di una crisi finanziaria che è ormai strutturale. Vero è che quasi tutti i teatri lirici italiani vivono lo stesso problema, ma altrove le risorse arrivano da più soggetti pubblici e da gruppi privati. Qui, invece, il peso finanziario è tutto sul bilancio regionale, a parte una minima quota del Fus. Il Comune non tira fuori un quattrino credo dal 2004, la Provincia da un decennio. E poiché la Regione che abbiamo trovato due anni fa presenta debiti per circa sette miliardi di euro e un disavanzo di sette miliardi e trecento milioni, accumulati in un trentennio, è facile capire come sia impossibile – secondo la Ragioneria generale – far fronte a nuovi, maggiori oneri sulla spesa corrente”.
Il presidente bada a precisare come non si tratti solo una questione di denaro: “Il Bellini soffre di una grave debolezza gestionale che lo fa sopravvivere e non vivere. Invece deve aprirsi al territorio, contagiare i ragazzi delle scuole, moltiplicare gli abbonamenti, attrarre quanti più turisti visitatori, tournée all’estero, proporre spettacoli a prezzi agevolati, anche nei nostri “teatri di pietra” nei mesi estivi, come abbiamo deciso di fare con l’assessore Manlio Messina. Voglio dirlo: i dipendenti hanno dimostrato particolare attaccamento al Teatro, in questi mesi di inevitabili ristrettezze. E voglio ringraziarli di cuore, assieme ai precari, cioè quelli che soffrono più di tutti questo momento. Ma se ci muoveremo tutti verso la stessa direzione – Regione, Enti locali, organizzazioni sindacali, imprenditoria, operatori culturali – il Bellini potrà presto uscire dal pantano finanziario”.
Il presidente ha precisato come sia essenziale un piano industriale e soprattutto un clima sereno: “Serve un piano industriale credibile, che affideremo al nuovo sovrintendente. Serve un clima più disteso, senza dare spazio a dannosi tentativi di strumentalizzazione politica. Il Teatro Bellini deve tornare ad essere un prestigioso biglietto da visita della cultura musicale siciliana, degno della sua tradizione. E sono certo che ci riusciremo”.