La Corte di Cassazione ha emanato una sentenza, la numero 6598 del 2019 con cui ha rigettato il ricorso di un marito tradito, che aveva citato in giudizio l’amante della moglie, chiedendo i danni morali per la fine del suo matrimonio. Adesso, oltre ad aver visto finire il suo matrimonio, dovrà risarcire anche il rivale in amore.
Secondo i fatti, da qualche tempo il marito sospettava che la moglie potesse tradirlo, e alla fine sotto pressione, ha confessato allo stesso che aveva una relazione extraconiugale con un collega di lavoro, facendogli anche nome e cognome e raccontando la relazione che durava da qualche anno e non sembrava potesse essere la classica sbandata passeggera.
L’uomo da allora ha avuto una crisi legata alla fine traumatica della storia, e ha pure chiesto il test del Dna sul figlio perché aveva dubbi sulla sua paternità. Inoltre ha chiesto il divorzio, ottenendo la separazione della moglie. Ma non ancora soddisfatto, ha deciso di citare l’amante della moglie per i danni subiti dalla fine della sua storia e per difendere la sua dignità personale a causa dello smacco e dell’umiliazione subita.
Però, nonostante potesse sembrare scontato l’esito del processo con una sentenza a suo favore, invece il ricorso è stato rigettato in tutte le sedi, compreso quello della Corte di Cassazione che con la sentenza numero 6598/2019 ha messo la parola fine alla vicenda stabilendo che l’uomo non poteva rivolgersi all’amante della moglie per chiedere il risarcimento dei danni subiti, in quanto il soggetto terzo, dati i tempi in cui viviamo, sarebbe libero di esercitare la sua personalità e quindi anche intrattenere relazioni amorose con persone sposate.
Una sentenza destinata a fare discutere e che apre scenari importanti anche per il futuro, in quanto stabilisce che anche una persona sposata può, nell’esplicazione della sua personalità, vivere relazioni amorose extraconiugali e che l’ordinamento italiano non tutela il mantenimento dell’unità familiare ma soltanto la famiglia se, però, i coniugi cercano di tenerla unita.
Probabilmente la Suprema Corte ha deciso in questo modo, per evitare future cause di risarcimento, che verranno accolte in presenza di un tradimento scoperto da uno dei coniugi da parte di terze persone e non se confessato dal proprio consorte. Stavolta la Cassazione, ha deciso in maniera più esplicita rispetto a precedenti sentenze che erano state più timide e che stabiliscono che il tradimento ormai è solamente un’evento che disgrega la famiglia e non come evento che causa danni patrimoniali e morali.