C’è chi per aumentare il numero dei propri studenti cerca di migliorare, di anno in anno, la propria offerta formativa. C’è chi per incentivare le iscrizioni punta su una forte internazionalizzazione dei corsi di laurea, con piani di studio in inglese e accordi bilaterali con atenei stranieri prestigiosi. E, infine, c’è l’Università di Udine che prova a coinvolgere gli universitari in modi del tutto inediti in Italia: facendogli produrre birra.
Saranno direttamente gli studenti a produrre la nuova “Birra dell’Università” di Udine, grazie alla collaborazione tra l’ateneo e Balladin di Piozzo, prestigioso birrificio artigianale. Il progetto didattico ha visto il coinvolgimento di un nutrito gruppo di studenti iscritti ai corsi di Scienze e tecnologie alimentari e Viticoltura ed enologia del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali, che tra il 18 e il 19 aprile scorsi hanno preso parte in prima persona alla cotta per la produzione della prima “Birra dell’Università”.
Il percorso non ha fini ludici ma, naturalmente, accademici e pratici. Gli studenti, infatti, parteciperanno attivamente sia alle fasi esecutive della produzione che dal punto di vista teorico, come spiega Stefano Buiatti, docente di Tecnologia della birra. Si tratterebbe, dunque, di un nuovo modo di fare didattica, capace di stimolare i partecipanti anche dal punto di vista creativo.
Se, infatti, la birra di quest’anno, del tipo Amber Ale, è stata prodotta utilizzando soltanto malti d’orzo e luppoli coltivati da Balladin, non è detto che l’anno prossimo la ricetta rimanga uguale. Alla base dell’idea, infatti, c’è la volontà di formare un prodotto unico che cambi ogni anno, così come ogni anno si iscrivono nuove matricole all’università. Le birre del futuro saranno dunque caratterizzate da una variabilità frutto delle competenze tecnologiche e della creatività delle coorti di studenti coinvolti ogni anno accademico.
Quello di Udine, città che è una vera e propria fortezza della birra in una terra caratterizzata da una forte produzione vinicola, è stato il primo ateneo italiano a istituire tra i suoi corsi uno in Tecnologia della birra, che nel corso degli anni è andato perfezionandosi, fino ad arrivare a dotarsi di una micro malteria della capacità di 500 chili, un unicum nella realtà accademica della Penisola.