41 anni di cui 10 da fotografo professionista. Un lavoro che lo porta spesso lontano dalla Sicilia – “in Medio Oriente soprattutto” – e che ama a tal punto da non avere necessità di hobby particolari, anche perché non sarebbe facile coltivarli dato che “la professione assorbe quasi tutte le mie energie”. È questo il ritratto di Alessio Mamo, fotografo catanese candidato alla vittoria del World Press Photo, il riconoscimento più importante a livello mondiale in termini di fotogiornalismo.
Laureato in Chimica all’Università degli Studi di Catania, i suoi anni in facoltà non sono stati tra i più sereni visto che già da allora iniziava ad avvertire una certa insofferenza e propensione verso il mondo delle arti visive. Una crescente propensione che è diventata vera e propria passione grazie al cinema: “è stato il mio primo amore il grande schermo, ma da lì a poco avrei ‘scoperto’ la fotografia che mi ha incantato a tal punto da farla diventare il mio mestiere”.
Il 12 aprile Alessio sarà ad Amsterdam per la cerimonia di premiazione del WPP e in quella occasione scopriremo quale piazzamento avrà la sua foto, appartenente alla categoria “People”. “Uno scatto datato luglio 2017 per un progetto sull’ospedale di chirurgia ricostruttiva MSF ad Amman” ci racconta il fotografo. “La foto descrive Manal, una ragazzina di 11 anni sfigurata nel viso a causa di un’esplosione nella città di Kirkuk, Iraq. Lei è una bimba sempre sorridente e felice – continua Mamo – nonostante la sua condizione non facile e partecipa a tutte le attività per i bimbini dell’ospedale. Appena sono entrato nella sua stanza e l’ho vista con la maschera, mi ha colpito molto e ho chiesto a lei e alla mamma se potevo fotografarla così com’era”.
Sono più di trecento le fotografie candidate alla vittoria: 42 i fotografi in gara appartenenti a ben 22 Paesi diversi. Soltanto cinque sono italiani e soltanto uno è siciliano, Mamo appunto. Un catanese doc, che ha girato e continua a girare il mondo. Proprio per questo l’ultima domanda non può che riguardare la nostra città.
Alessio, qual è il tuo rapporto con Catania? Cosa ha e cosa le manca per essere una vera e propria metropoli europea?
“Amo la mia città anche se tante cose mi fanno arrabbiare e potrebbero essere migliorate. Ciò per cui soffro di più è la mentalità talvolta poco aperta su certi temi fondamentali come ambiente e immigrazione. Questo è dovuto al fatto che purtroppo molti miei concittadini non viaggiano abbastanza… Abbiamo l’aeroporto internazionale più importante della Sicilia: l’invito è quello di sfruttarlo al massimo per visitare altri Paesi, conoscere altre culture e capire cosa c’è da cambiare”.