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Giornata contro la violenza sulle donne: quanto è importante nel 2025

La Giornata contro la violenza sulle donne 2025 invita a riflettere con dati, testimonianze, film ed eventi. Storie, citazioni e impegno per cambiare davvero.

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 2025; Il 25 novembre 2025 il mondo torna a unire la propria voce contro la violenza sulle donne, una piaga che attraversa società, generazioni e confini. Una ricorrenza simbolica, nata per ricordare l’assassinio delle sorelle Mirabal nel 1960, ma soprattutto una giornata necessaria per riflettere, comprendere, educare e agire. Quest’anno, accanto ai dati istituzionali, alle mobilitazioni e alle iniziative educative, la cultura e la televisione offrono nuovi strumenti per sensibilizzare attraverso storie potenti, film, testimonianze e approfondimenti. Di seguito un’analisi completa, con uno sguardo attento a ciò che accade in Italia, nel mondo e nell’immaginario collettivo;

25 novembre: il significato profondo di una data simbolo

Non è un caso che il 25 novembre sia stato scelto dalle Nazioni Unite come Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne. La data coincide con il brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal, attiviste della Repubblica Dominicana torturate e uccise dal regime di Trujillo nel 1960. La loro morte fu talmente sconvolgente da diventare negli anni un faro di consapevolezza internazionale: simbolo di coraggio, libertà e ribellione.

Da allora, questa giornata non è solo commemorazione, ma un invito globale all’azione contro ogni forma di violenza: fisica, psicologica, economica, domestica e strutturale. Ed è proprio questo il senso profondo della ricorrenza: trasformare il dolore in cambiamento.

I numeri in Italia: tra cali percentuali e segnali d’allarme

I dati diffusi dal Viminale mostrano una diminuzione dei femminicidi tra gennaio e settembre 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024 (73 contro 91). Un calo importante, ma ancora insufficiente per parlare di un’inversione di tendenza: perché dietro ogni numero c’è una vita perduta, una famiglia distrutta, una rete di violenza che spesso rimane invisibile.

Le rilevazioni di “Non una di meno” fotografano uno scenario ancora più complesso: 77 femminicidi dall’inizio dell’anno, oltre a casi di suicidi indotti che coinvolgono donne, persone trans e non binarie. La statistica racconta ciò che non dovremmo più accettare come routine: la violenza di genere è un fenomeno sistemico che chiede risposte forti e immediate. E proprio in questa direzione va il recente disegno di legge approvato alla Camera, che introduce nel codice penale il reato specifico di femminicidio con pene più severe e una definizione giuridica chiara. “La nuova legge prevede l’ergastolo per chi uccide una donna per discriminazione, odio e prevaricazione, ovvero con atti di controllo, possesso, dominio verso la vittima in quanto donna. Inoltre il reato si determina anche quando l’omicidio è commesso per il rifiuto della vittima di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali”

Educazione, consenso e cultura del rispetto: la “lezione sessuo-affettiva” di Non Una Di Meno

In occasione del 25 novembre, la scalinata del Ministero dell’Istruzione e del Merito è diventata una grande aula pubblica grazie alla “lezione sessuo-affettiva collettiva” organizzata da Non Una Di Meno. Docenti, studenti e famiglie hanno portato cartoncini con parole come “consenso”, “empatia”, “rispetto”, “ascolto”, ribadendo l’urgenza di un’educazione che affronti la violenza alla radice, fin dall’infanzia.

Molte insegnanti hanno sottolineato come i dati mostrino un aumento delle violenze tra giovanissimi, segno di un problema culturale ancora radicato. Anche quest’anno, l’Università di Catania celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, con una serie di eventi tra cui seminari, dibattiti, conferenze e la proiezione video. Questi appuntamenti sono stati organizzati dai vari dipartimenti e strutture dell’ateneo per sensibilizzare e approfondire il tema della violenza di genere, come evidenziato nell’articolo Unict, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: gli appuntamenti.

In un Paese spesso diviso sull’inserimento dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole, questa iniziativa ricorda quanto sia indispensabile formare nuove generazioni consapevoli, capaci di riconoscere la violenza e di costruire relazioni basate sulla parità e sul consenso.

La violenza nel mondo: i nuovi dati del rapporto ONU

Anche a livello globale il quadro resta drammatico. Secondo il nuovo rapporto congiunto di Unicef, OMS, Un Women e altre agenzie ONU, quasi una donna su tre nel mondo — circa 840 milioni — ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita.

Inoltre, 316 milioni di donne hanno subito violenza da parte di un partner. Si tratta di cifre rimaste sostanzialmente invariate dal 2000, un dato che mostra quanto i progressi siano lenti e insufficienti. Per la prima volta il rapporto include anche violenze sessuali da parte di persone diverse dal partner, che colpiscono almeno 263 milioni di donne e che, secondo gli esperti, sono ampiamente sottostimate per paura e stigma. Questi numeri non devono scoraggiare, ma spronare governi, comunità e singoli individui a pretendere e costruire un mondo più sicuro.

Cultura e Tv: i film da non perdere per comprendere, riflettere e reagire

La Tv italiana, nella giornata di ieri, ha proposto una programmazione speciale, trasformando il piccolo schermo in un potente strumento di sensibilizzazione.

 

  • Su Rai 1 è andato in onda C’è Ancora Domani di Paola Cortellesi, film rivelazione che ha commosso pubblico e critica raccontando la storia di Delia, donna del dopoguerra costretta a convivere con un marito violento.

Un’opera che intreccia linguaggio cinematografico innovativo, denuncia sociale e un messaggio di speranza, vincendo numerosi premi — tra cui David di Donatello, Nastri d’Argento e riconoscimenti internazionali.

“Non ce devi anna’ più a lavora’”
“E chi t’ha detto?”
“Te lo dico io, tu sei mia”. Estratto del film che spiega la potenza della violenza verbale

  • Rai 3 ha proposto una puntata speciale di Amore Criminale e, a seguire, Sopravvissute. Due programmi che danno voce a testimonianze reali e che aiutano a comprendere la dinamica della violenza per riconoscerla e prevenirla.

  • Mia; disponibile su RaiPlay; Il film racconta la violenza nelle relazioni giovanili e le manipolazioni affettive e digitali.

Mia, quindicenne di una famiglia serena a Roma, inizia una storia con Marco, ventenne carismatico, che si trasforma presto in un rapporto tossico fatto di controllo, isolamento e abusi psicologici e fisici.

Trasformare la consapevolezza in azione quotidiana

Il 25 novembre non è una celebrazione: è un richiamo alla responsabilità. La violenza sulle donne non è un problema privato, né un destino inevitabile: è un fenomeno sociale che riguarda tutti, uomini e donne, famiglie, scuole, istituzioni, media.

Riconoscere la violenza, ascoltare le testimonianze, sostenere le vittime, educare al rispetto, pretendere leggi efficaci: sono tutti passi fondamentali per costruire un Paese più giusto. Per questo, oggi più che mai, la conversazione deve continuare insieme. E allora ti invito a fermarti un istante e riflettere:
Qual è il gesto, la parola, l’attenzione che puoi mettere in pratica già da domani per contribuire a un cambiamento reale?

Condividilo, raccontalo, trasformalo in un impegno concreto.

Che tu sia un insegnante, un genitore, uno studente, un collega o semplicemente una persona attenta, la tua voce può aiutare qualcuna a sentirsi meno sola, più ascoltata, più protetta.

Scrivi nei commenti la tua riflessione, una citazione che ti rappresenta, un film che ti ha colpito, un’idea per educare al rispetto. Facciamo di questa giornata l’inizio di un dialogo intelligente, profondo e utile. Perché la cultura del rispetto nasce da qui: da una comunità che sceglie di parlarne.

Dalila battaglia

Studentessa di Giurisprudenza con la penna affilata e uno sguardo curioso sul mondo. Unendo la passione del diritto alla scrittura giornalistica, crede che la giustizia sia la chiave per un futuro più equo, dove le leggi siano strumenti di cambiamento e protezione, e non di esclusione.

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