Il Premio Nobel per la Pace 2025 è stato assegnato a María Corina Machado, ingegnera, attivista e leader politica venezuelana, per il suo “infaticabile lavoro nel promuovere i diritti democratici per le persone del Venezuela” e il suo “impegno nel raggiungimento di una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia”.
Nel buio crescente dell’autoritarismo in America Latina, la sua voce ha continuato a brillare, forte e chiara, come un faro di speranza per milioni di persone.
Il Comitato del Nobel ha definito la sua azione come “una delle più straordinarie dimostrazioni di coraggio civile degli ultimi tempi”, sottolineando il ruolo fondamentale che ha avuto nel riunificare un’opposizione politica frammentata e dare nuova linfa alla lotta democratica.
Chi è María Corina Machado
Classe 1967, María Corina Machado ha costruito una carriera al confine tra l’impegno politico e quello sociale. Fondatrice dell’organizzazione Súmate, ha da sempre lavorato per la trasparenza elettorale, la partecipazione civica e la resistenza non violenta contro i soprusi del regime venezuelano.
Nel 2023 ha vinto le primarie dell’opposizione per le presidenziali, diventando la figura di riferimento per milioni di venezuelani che chiedono elezioni libere. Nonostante l’esclusione arbitraria dalla corsa elettorale da parte del regime di Nicolás Maduro, Machado ha continuato a mobilitare il Paese, rappresentando un’alternativa credibile, pacifica e determinata.
Un Nobel femminile, ancora troppo raro
Con l’assegnazione del premio a Machado, salgono a 19 le donne che hanno ricevuto il Premio Nobel per la Pace dal 1901. Un numero ancora esiguo se rapportato ai 111 premi assegnati fino ad oggi in questa categoria. E ancora più bassa è la percentuale complessiva dei Nobel andati a donne: appena 60 in tutte le categorie, ovvero il 4% del totale.
La disparità è evidente, soprattutto in ambiti come quelli scientifici, dove le donne sono storicamente sottorappresentate. Le uniche due italiane premiate nella storia del Nobel sono Grazia Deledda (Letteratura, 1926) e Rita Levi-Montalcini (Medicina, 1986). Un dato che evidenzia quanto ancora ci sia da fare per raggiungere un effettivo equilibrio di genere nel mondo della conoscenza e del riconoscimento internazionale.
Il Nobel, specchio della società
Il gender gap nei Premi Nobel è lo specchio fedele delle disuguaglianze sistemiche presenti in molti settori della società. Anche nei contesti dove il merito dovrebbe essere l’unico criterio – come la scienza, la pace, la letteratura – le donne sono spesso rimaste nell’ombra, escluse o ignorate.
È dunque significativo che oggi, nel 2025, una donna come María Corina Machado – simbolo di coraggio, resilienza e visione democratica – venga riconosciuta con uno dei premi più importanti al mondo. Non solo per il Venezuela, ma per tutte le società che aspirano a un futuro più giusto.
Un esempio per il mondo
Il Premio Nobel a María Corina Machado non è solo un tributo alla sua lotta: è un messaggio chiaro al mondo intero. Ricorda che la democrazia non è garantita, va difesa ogni giorno. Che il coraggio può avere il volto di una donna sola, ma portare con sé la speranza di un intero popolo.
Il Comitato ha parlato di una: “fiamma della democrazia tenuta viva contro ogni ostacolo.”
Una metafora potente, che ben descrive il cammino difficile, ma necessario, di chi sceglie la pace anche quando tutto intorno spinge verso la violenza.
Una speranza che non si spegne
In un’epoca di grandi incertezze globali, dove autoritarismi si rafforzano e la libertà sembra sempre più fragile, il Nobel per la Pace 2025 a María Corina Machado è più di un premio: è un richiamo alla responsabilità collettiva.
Anche in Italia, il mondo accademico e dell’informazione ha guardato con attenzione a questo evento. LiveUnict, da sempre attento ai temi della giustizia sociale e dei diritti civili, ha rilanciato la notizia sottolineando il valore educativo e universale dell’impegno di María Corina Machado.
Ci ricorda che ogni voce conta, che ogni scelta pacifica è un atto rivoluzionario. E che, anche nei tempi più oscuri, ci sarà sempre qualcuno disposto a tenere accesa la luce della democrazia.














