
Domani, venerdì 3 ottobre, la Sicilia si unirà al resto del Paese nello sciopero generale proclamato da Cgil, Usb e Cobas. Tutti i settori, dal pubblico al privato, saranno coinvolti per l’intera giornata: scuole, uffici, trasporti, sanità e fabbriche si fermeranno in segno di protesta. Come previsto dalla normativa, saranno comunque garantiti i servizi essenziali e le fasce di garanzia, in particolare nei trasporti e negli ospedali. Alla base della mobilitazione, spiegano i sindacati, c’è la volontà di difendere la missione umanitaria della Global Sumud Flotilla, recentemente attaccata dall’esercito israeliano, e di manifestare solidarietà concreta al popolo palestinese.
In Sicilia le iniziative di piazza non mancheranno. A Catania, i lavoratori e gli attivisti si ritroveranno al porto e in piazza Castello Ursino per un presidio simbolico. A Palermo il corteo prenderà avvio alle 9.30 da piazza Giulio Cesare e proseguirà fino a piazza Indipendenza. Anche le altre province si mobilitano: ad Agrigento l’appuntamento è in piazzale Vittorio Emanuele, a Messina il corteo partirà da piazza Antonello fino al Municipio, mentre a Ragusa il concentramento è previsto in piazza Matteotti. Presidi anche a Trapani, in piazza Vittorio Veneto, e a Enna, da piazza Europa a piazza Municipio. Una mobilitazione diffusa che mostra come la questione palestinese venga percepita come un tema centrale anche nei luoghi di lavoro e nelle comunità locali.
Lo sciopero generale non si limita a una protesta sindacale, ma assume un forte valore politico e sociale. Le sigle promotrici sottolineano come lo stop sia un atto di solidarietà internazionale e di difesa dei diritti umani. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica italiana e chiedere al governo un impegno chiaro per una pace giusta in Medio Oriente. A livello locale, la partecipazione dei lavoratori di scuole, ospedali e trasporti conferma come il tema della pace e della giustizia sociale riesca a unire settori diversi, andando oltre le rivendicazioni di categoria.
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