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Allarme sanità, entro il 2030 in Italia potrebbero mancare 100mila infermieri

Entro il 2030 in Italia mancheranno all'appello circa 100mila infermieri! Sempre meno laureati e stipendi tra i più bassi in Europa. Di seguito i dati.

Nel giro di 5 anni, nel nostro Paese potrebbero mancare tra 60mila e 100mila infermieri! L’infermiere diventa anno dopo anno una  figura sempre più difficile da reclutare, questo quanto emerso dallo studio realizzato dal Settore Economia, Lavoro e Welfare: “Non mettiamoci un cerotto. Il reclutamento di infermieri all’estero nel quadro di una nuova governance della professione infermieristica”.

Ogni anno mancano all’appello sempre più infermieri

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2025 la popolazione mondiale con almeno 60 anni raggiungerà i 2,1 miliardi di persone, mentre entro il 2050 il numero di over 80 salirà a 426 milioni. Nei Paesi dell’Unione Europea, questo progressivo invecchiamento della popolazione comporta una crescente domanda di cure e assistenza sanitaria. Si prevede infatti che, entro il 2030, mancheranno all’appello circa 4,1 milioni di operatori sanitari, con una carenza particolarmente marcata tra gli infermieri, che rappresenteranno oltre la metà del totale (circa 2,3 milioni).

Mentre il dibattito pubblico si concentra soprattutto sulla carenza di medici di base, nel Sistema Sanitario Nazionale italiano il rapporto tra infermieri e medici in Italia è di 1,5 a 1, significativamente più basso rispetto alla media europea, che si attesta a 2,2 infermieri per ogni medico. Per raggiungere i livelli di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, l’Italia avrebbe bisogno di più di 220 mila infermieri in più. Le regioni più colpite da questa carenza sono Basilicata, Sardegna, Abruzzo, Molise, Lombardia, Puglia, Lazio, Calabria, Sicilia e Campania.

L’allarme sempre più concreto

Sono diversi i fattori che contribuiscono alla carenza di infermieri in Italia: il pensionamento o prepensionamento di molti professionisti, l’emigrazione verso l’estero, le dimissioni volontarie, ma soprattutto la scarsa attrattività della professione tra i giovani, che mette a rischio il ricambio generazionale.

Secondo il sindacato Nursing Up, nei prossimi 15 anni il 40% degli infermieri attualmente in servizio andrà in pensione. Sul fronte dei nuovi ingressi, considerando che circa il 75% degli studenti di Infermieristica riesce a completare il corso, si prevede che nel 2026 saranno formati circa 61.760 nuovi infermieri, che entreranno in servizio a partire dal 2027. Ma le nuove entrate non bastano! Nel 2022 in Italia si sono laureti solo 16,4 infermieri ogni 100.000 abitanti, a fronte di una media Ocse di 44,9, e nel 2024-2025 i candidati al Corso di laurea in Scienze infermieristiche sono stati appena sufficienti a coprire i posti disponibili. A questo si aggiungono stipendi sempre più bassi rispetto al resto d’Europa. Si parla di una retribuzione annua lorda di 48.931 dollari nel 2022 a parità di potere di acquisto, ben 9.463 dollari in meno rispetto alla media Ocse.

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