Pensione anticipata 2026: Il tema della pensione anticipata 2026 è tra i più caldi per milioni di lavoratori italiani che guardano con interesse alle possibilità di lasciare il lavoro prima dei 67 anni richiesti dalla pensione di vecchiaia. Grazie alle conferme e agli aggiornamenti normativi, anche il prossimo anno saranno attive diverse formule di uscita anticipata per chi rispetta specifici requisiti contributivi e personali.
Pensione anticipata ordinaria: la via più consolidata
La prima opzione riguarda la cosiddetta pensione anticipata ordinaria. Non prevede un’età minima, ma richiede di aver versato 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
L’assegno decorre dopo una finestra di tre mesi ed è calcolato secondo le regole generali del sistema previdenziale. È la strada più utilizzata da chi ha iniziato a lavorare giovane e ha accumulato una lunga carriera contributiva.
Pensione anticipata contributiva: l’uscita a 64 anni
Un’altra possibilità per il 2026 è la pensione anticipata contributiva, pensata per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996. Consente di uscire dal mondo del lavoro a 64 anni, ma con condizioni stringenti:
- almeno 25 anni di contributi effettivi (che diventeranno 30 dal 2030);
- assegno maturato pari almeno a tre volte l’importo dell’assegno sociale.
Questa opzione è quindi accessibile solo a chi ha avuto una carriera continuativa e con stipendi medio-alti, rappresentando una soluzione interessante ma non universale.
Quota 41: la misura per i lavoratori precoci
Tra le formule più discusse rientra anche la Quota 41, pensata per i cosiddetti lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno almeno un anno di contributi versati prima dei 19 anni. In questo caso si può accedere alla pensione con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica.
Tuttavia, è necessario rientrare in categorie specifiche: disoccupati, invalidi, addetti a lavori gravosi o caregiver che assistono familiari disabili.
Pensione anticipata 2026: cosa aspettarsi
Il 2026 si conferma quindi come un anno di continuità nelle misure di pensione anticipata, con tre percorsi diversi che permettono di uscire dal lavoro prima dei 67 anni previsti dalla vecchiaia. La scelta della formula migliore dipende dalla carriera lavorativa, dall’età e dalla situazione personale di ciascun lavoratore.











