Anche in Sicilia le funzioni di polizia amministrativa saranno trasferite ai comuni, seguendo il modello già in vigore nelle altre regioni italiane a statuto ordinario. La decisione arriva dopo l’approvazione, nell’ultima seduta del Consiglio dei Ministri, dello schema del decreto legislativo proposto dal governo Schifani nel gennaio 2024. Il provvedimento rappresenta un passo importante verso la semplificazione e la decentramento delle funzioni amministrative in materia di licenze e autorizzazioni sul territorio regionale.
Le basi normative
Il disegno di legge recepisce le norme di attuazione del comma 4 dell’articolo 31 dello Statuto siciliano, che stabilisce il trasferimento ai comuni delle funzioni di polizia amministrativa. In particolare, il decreto fa riferimento agli articoli 68 e 69 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (approvato con Regio Decreto 18 giugno 1931, n.773), che disciplinano il rilascio di licenze per spettacoli, manifestazioni pubbliche e attività simili. Il nuovo assetto normativo mira a garantire risposte più rapide ai cittadini e a ridurre la burocrazia, portando le decisioni più vicino al territorio.
“Finalmente da oggi anche in Sicilia queste funzioni saranno trasferite agli enti locali, come accade nelle Regioni a statuto ordinario dal 1977 – afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani –. La pronuncia della Corte costituzionale del 2023, favorevole al trasferimento, ha dato ulteriore impulso all’iter normativo. L’obiettivo è semplificare le procedure di autorizzazione, licenze e concessioni, finora di competenza statale”.
Impatti e funzionamento
Il decreto, composto da cinque articoli, chiarisce che il trasferimento non comporterà oneri aggiuntivi per i comuni o per la Regione, in quanto le nuove funzioni rientrano nelle procedure autorizzative ordinarie già gestite dal personale comunale. Inoltre, tutti i provvedimenti adottati e le segnalazioni ricevute saranno comunicati al prefetto competente, che manterrà il potere di sospensione o annullamento per motivi di pubblica sicurezza, garantendo così un equilibrio tra decentramento e controllo statale.












