Una task force interistituzionale, coordinata dalla questura di Catania, ha condotto un’ampia operazione di controllo presso le rivendite di prodotti alimentari dell’aeroporto Vincenzo Bellini. L’azione ha visto coinvolti numerosi enti e corpi ispettivi, tra cui la Polizia di Frontiera, l’Ufficio Prevenzione Generale, la Divisione Anticrimine, l’Ispettorato del Lavoro, l’ASP di Catania con i servizi di sanità pubblica, veterinaria, igiene e Spresal, nonché il personale della Regione Siciliana e della polizia locale del settore annona. Le ispezioni hanno riguardato sei esercizi commerciali, dei quali tre sono risultati completamente in regola. Altri tre, invece, sono stati colpiti da provvedimenti amministrativi e sanzioni per irregolarità gravi che hanno portato anche alla sospensione dell’attività.
Lavoratori irregolari, cibi non tracciati e frodi sul menù
Tra le infrazioni più rilevanti, in un bar dell’aeroporto è stata riscontrata la presenza di una lavoratrice non regolarmente assunta, che ha dichiarato di percepire il reddito di inclusione e di aver chiesto al datore di lavoro di non formalizzare l’assunzione per non perdere il beneficio. Oltre alla sospensione dell’attività, al gestore è stata comminata una sanzione superiore a 6.500 euro.
L’attività potrà riprendere solo dopo la regolarizzazione del contratto e il pagamento della sanzione. Inoltre, nello stesso esercizio, sono stati trovati 40 kg di alimenti privi di tracciabilità e, in alcuni casi, non idonei al consumo umano. La merce è stata sequestrata e distrutta. Il titolare è stato anche denunciato per frode in commercio per aver pubblicizzato nel menù la vendita di carne pregiata, salvo poi servire carne di qualità inferiore. Mancavano infine documenti obbligatori come la SCIA, il cartello orari e quelli antitabacco conformi alla legge.
Blatte nei banconi e condizioni igieniche inaccettabili
Negli altri due locali colpiti da sanzioni, la situazione igienico-sanitaria è risultata estremamente critica. In entrambi i casi, gli operatori dell’ASP hanno riscontrato la presenza di blatte sia nei magazzini che nei banconi per la vendita e la preparazione dei cibi, imponendo la sospensione immediata delle attività.
In uno dei due bar, oltre alla sanzione di 2.000 euro, sono stati sequestrati 300 chili di alimenti di varia natura, privi di tracciabilità. Tavola calda e dolci erano pronti per la vendita ma privi di documentazione sulla provenienza. A peggiorare il quadro, la mancanza di strumenti essenziali per la sicurezza dei dipendenti come un estintore revisionato, una cassetta di primo soccorso e uno spogliatoio, per cui è stata applicata un’ulteriore sanzione da oltre 5.000 euro.












