Jose Marano, deputata regionale del Movimento Cinquestelle torna a parlare della realizzazione degli inceneritori in Sicilia definendola una scelta folle e pericolosa.
Le dichiarazioni di Marano
La deputata Marano sottolinea: “non si conosce l’impatto che l’impianto, la cui realizzazione è prevista a Catania, avrà sulla salute dei cittadini. Gli Uffici della Regione siciliana, infatti, hanno confermato che non ci sono valutazioni ambientali, sanitarie o urbanistiche necessarie per la sua realizzazione”. Dichiara come spingerle per la costruzione di impianti obsoleti senza fondati studi scientifici che certificano l’assenza di rischi per la salute dei cittadini e per l’ambiente significherebbe agire contro gli interessi di tutti i cittadini siciliani.
La vicepresidente della commissione territorio ambiente mobilità all’ars ha definito la decisione di realizzare un inceneritore a Catania il responsabile è illogica. Sottolineando come anche la Cts (Commissione tecnico scientifica) abbia sottolineato la necessità di analizzare l’impatto sanitario prima di procedere ho un’eventuale costruzione, mettendo quindi luce tutti potenziali effettivi cumulativi e portando avanti studi epidemiologo concreti.
Aggiunge inoltre: “è chiaro che è fondamentale approfondire le conseguenze di impianti di questo tipo sui cittadini e sull’ambiente prima di realizzarli. Invece, la maggioranza di centrodestra sembra ignorare le priorità e i diritti dei cittadini, inseguendo progetti inutili e dannosi. Una cosa è certa – conclude la parlamentare regionale – non ci fermeremo di fronte a questo scempio consumato a danno dei cittadini, i cui interessi tuteleremo in ogni sede”.
I nuovi impianti in Sicilia
Secondo quanto dichiarato ad inizio anno, i due impianti sorgeranno a Bellolampo (Palermo) e nella zona industriale di Catania. La Regione ha inoltre scelto Invitalia come partner tecnico e ha firmato un accordo con l’Autorità nazionale anticorruzione per assicurare massima trasparenza. Inoltre, l’avvio dei lavori era stato previsto dopo l’estate del 2026 e durerà circa diciotto mesi.












