Il Tribunale di Caltagirone ha condannato l’Asp di Catania per aver impiegato un gruppo di infermieri del presidio ospedaliero “Gravina” in mansioni inferiori rispetto al proprio profilo professionale. La sentenza ha riconosciuto la condotta illegittima dell’Azienda Sanitaria, disponendo un risarcimento per i danni subiti dai professionisti, costretti per anni a svolgere compiti non corrispondenti al proprio ruolo. Si tratta della decima vittoria in sede giudiziaria, a testimonianza di una situazione strutturale che penalizza il personale sanitario.
Nursind: “Una vittoria che restituisce dignità agli infermieri”
Soddisfazione da parte del sindacato Nursind, che ha seguito il caso fin dall’inizio. Salvo Vaccaro, segretario territoriale, ha commentato: “Questa sentenza rappresenta non solo un trionfo per gli infermieri del Gravina, ma un messaggio chiaro a tutte le aziende sanitarie: il rispetto della professionalità non è negoziabile. È inammissibile che i nostri iscritti debbano ricorrere ai tribunali per vedere tutelata la propria dignità lavorativa. Continueremo a lottare contro ogni forma di demansionamento”. Il sindacato promette battaglia anche per le altre realtà della provincia.
Una sentenza che può fare scuola per l’intera Asp di Catania
L’avvocato Domenico De Angelis, legale degli infermieri, ha sottolineato come la giustizia abbia nuovamente riconosciuto l’illegittimità delle condotte dell’Asp: “È la dimostrazione di un comportamento sistematico che danneggia il personale sanitario”. Francesco Di Masi, dirigente Nursind, ha evidenziato il valore storico della sentenza, arrivata dopo oltre otto anni: “È la prima sull’Asp di Catania per demansionamento strisciante, e restituisce agli infermieri della Rianimazione di Caltagirone quella dignità professionale che l’articolo 32 della Costituzione tutela come diritto inviolabile”.












