Una vacanza da sogno trasformata in un incubo per decine e decine di croceristi siciliani, vittime di una presunta truffa orchestrata da una falsa agenzia di viaggi. I passeggeri, provenienti da diverse località come Catania, Ragusa e Noto, avevano prenotato da tempo una crociera nel Mediterraneo, con scali previsti a Malta, Spagna e Francia, e avevano già versato l’intero saldo alla sedicente agenzia.
Le prime ricostruzioni dei fatti
A pochi giorni dalla partenza, fissata per lo scorso 20 maggio, è arrivata la doccia fredda: una comunicazione ufficiale dalla compagnia di navigazione segnalava che il pagamento delle circa 30 cabine prenotate non risultava saldato, gettando i viaggiatori nello sconforto. Nonostante l’offerta della compagnia di farli comunque imbarcare, a condizione di risolvere le irregolarità al rientro in Sicilia, molti hanno preferito rinunciare alla partenza, anche per mancanza di certezze e garanzie. Sui social sono immediatamente esplose segnalazioni, accuse e richieste di chiarimento, mentre dall’agenzia, che nel frattempo è sparita lasciando solo qualche messaggio via email, sono arrivate spiegazioni vaghe e poco convincenti. Alcuni passeggeri, ritenendo di essere stati raggirati, stanno valutando un’azione legale per ottenere il risarcimento delle somme versate e dei danni subiti.
Ricevuta solo un breve email
La brutta sorpresa è arrivata tramite una mail, giunta circa una settimana prima della partenza: la compagnia crocieristica informava i passeggeri che il pagamento relativo alla loro prenotazione non risultava saldato. Una notizia scioccante per i clienti, i quali affermano di aver già versato l’intera somma all’agenzia viaggi incaricata della prenotazione.
Per evitare di perdere la vacanza, la compagnia aveva proposto un’alternativa: versare di nuovo l’importo direttamente a loro e, una volta rientrati in Sicilia, presentare i documenti che dimostravano l’avvenuto pagamento all’agenzia. In caso di verifica positiva, sarebbe stato emesso un voucher pari alla cifra versata, aumentata del 15%, da utilizzare entro due anni. Tuttavia, la soluzione è stata rifiutata da molti clienti. La vicenda è ancora irrisolta, mentre sui social l’agenzia ha promesso chiarimenti via email, senza però fornire spiegazioni pubbliche immediate.













