
L’Università di Catania, la più antica della Sicilia e tra le più longeve d’Europa, fondata nel lontano 1434, si prepara a un momento cruciale della sua storia: le elezioni per il nuovo Rettore, che guiderà l’Ateneo nel sessennio 2025-2031. Un passaggio fondamentale per il futuro accademico, scientifico e culturale dell’istituzione.
Il percorso elettorale è ufficialmente partito con il decreto firmato il 23 aprile 2025 dal prof. Biagio Ricceri, decano dei docenti e presidente della commissione elettorale. La prima votazione è fissata per il 23 giugno 2025. Nel caso in cui nessun candidato raggiunga la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto nelle prime tre tornate (23, 26 e 30 giugno), si procederà con un ballottaggio il 3 luglio tra i due candidati più votati.
La scelta del Rettore influenzerà direttamente il ruolo dell’Ateneo nel contesto nazionale e internazionale, la qualità dell’offerta formativa, le attività di ricerca e il rapporto con il territorio. In un periodo di grandi sfide per l’università italiana, la comunità accademica è chiamata a partecipare attivamente per tracciare insieme la rotta che porterà Unict verso un futuro di innovazione, inclusione e crescita.
LiveUnict, che seguirà da vicino le elezioni, continua con lo speciale con un’intervista alla prof. Nicotra.
Tra i candidati in lizza vi è anche la professoressa Ida Angela Nicotra, docente ordinaria di Diritto costituzionale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania, che ha raccontato ai microfoni di LiveUniCT la sua visione per il futuro dell’ateneo e gli ambiziosi obiettivi che intende realizzare nel suo mandato.
La professoressaIda Angela Nicotra, 60 anni, è ordinaria di Diritto costituzionale presso il Dipartimento di Giurisprudenza. Tra i riconoscimenti degni di nota c’è quella di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, componente del comitato scientifico della Scuola di formazione politica “Piersanti Mattarella”, già componente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (2014-2020). È stata responsabile di diversi progetti di ricerca internazionali e nazionali come il PRIN (Progetto di ricerca di rilievo nazionale), nel 2008, su “L’attuazione dei principi comunitari in materia ambientale dopo la riforma del codice dell’ambiente (d.lgs. n. 4/08) e l’adozione della direttiva 2008/99/CE sui reati ambientali.
In una prima intervista pubblicata dalla TV di Ateneo, abbiamo conosciuto la prof.ssa Ida Nicotra sul piano personale e professionale. Ora approfondiamo i punti chiave del suo programma per l’Università di Catania.
N.B. Tutti i candidati sono stati contattati dalla redazione di LiveUnict, nel rispetto del principio di par condicio e al fine di garantire piena equità.
“Ho deciso di candidarmi perché ho fatto un percorso all’interno dell’Università di Catania fin da quando ero studentessa, nel lontano 1982. Mi sono laureata a Catania in Giurisprudenza e poi ho seguito le varie tappe della carriera universitaria, iniziando dal dottorato di ricerca alla Federico II di Napoli, fino ad arrivare ai diversi passi compiuti fino ad oggi. Credo che questa università mi abbia dato molto; ho ricevuto tanto e ora vorrei mettere a disposizione della comunità accademica, quindi degli studenti, del personale tecnico-amministrativo e dei docenti, tutto ciò che ho imparato in questo cammino. D’altronde la vita è un cammino, fatto di esperienza e di conoscenza, ora vorrei chiudere il cerchio”.
“Sono stata direttore di dipartimento e presidente del corso di laurea negli anni 2000. Ho fatto parte del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Catania e sono stata membro per tanti anni del comitato scientifico della Scuola Superiore dell’Università di Catania, esperienza importante che mi ha arricchito molto e che mi potrà aiutare rispetto alle dinamiche della didattica, della ricerca e della terza missione. Parallelamente, il ruolo di componente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione mi ha dato molto, soprattutto in termini di conoscenza della macchina amministrativa, della necessità di semplificare i meccanismi decisionali, ma anche della cultura della legalità e del buon governo, e più in generale in termini di integrità pubblica. Tutte queste esperienze diverse rappresentano per me un patrimonio prezioso, che potrà tornarmi utile qualora dovessi divenire rettrice dell’Università di Catania.
Inoltre, sono l’unica candidata giurista, e questo mi conferisce competenze che ho acquisito nel corso della mia vita lavorativa. Tutto ciò mi aiuta a comprendere la complessa macchina amministrativa che si cela dietro un ente pubblico come l’Università di Catania, un grandissimo ente con una forte capacità di interloquire con il territorio e la comunità. Tutte queste componenti, dall’essere giurista all’aver ricoperto ruoli importanti all’interno dell’Università di Catania, fino al mio impegno nell’Autorità Nazionale Anticorruzione, rappresentano le preziose risorse di cui dispongo”.
“Sicuramente, tra i più importanti, il welfare aziendale, grazie al si potrebbe ricostruire quella fiducia tra tutti i componenti della comunità accademica. Si tratta di un obiettivo fondamentale, che passa anche attraverso il riconoscimento e la tutela dei diritti sociali. In questo ambito rientrano, ad esempio, i trasporti agevolati, la prevenzione delle malattie, la creazione di asili nido aziendali e lo sportello psicologico, un servizio che moltissimi mi chiedono. A questo si aggiungono gli spazi all’aperto per gli studenti e aule confortevoli. Ecco, ritengo che questo bagaglio di welfare rappresenti il primo passo che si dovrebbe compiere.
La seconda priorità è legata alla costruzione di corsi di laurea che siano immaginati, pensati e costruiti per il mondo del lavoro e dell’occupazione. Dobbiamo creare delle figure professionali che poi trovino, nel mondo del lavoro, la possibilità di un’occupazione, un impiego, in primis nel territorio siciliano, ma anche in altre parti dell’Italia e del mondo. Quindi, sostenibilità dell’offerta formativa e corsi di laurea che siano in sintonia con il mondo del lavoro. E per fare questo, bisogna coinvolgere certamente le imprese e gli ordini professionali. Un ponte tra università e lavoro, tra università e occupazione.
Il terzo aspetto riguarda il voler tentare di tutelare gli interessi di tutte le componenti fondamentali dell’Atenei. In particolare, è importante partire da esempi concreti, come quello del personale tecnico-amministrativo. Occorre infatti immaginare un sistema di rappresentanza più equo e coerente, che riconosca il ruolo di tutte le componenti. Ad esempio, all’interno del Consiglio di Amministrazione, il componente del personale tecnico-amministrativo dovrebbe essere votato direttamente dai componenti dell’amministrazione. Purtroppo, ad oggi, questo ancora non avviene, perché il componente del personale tecnico-amministrativo viene scelto dai professori. E questo, secondo me, rappresenta un fatto distorsivo della rappresentanza”.
“L’amministrazione precedente ha vissuto due momenti particolari. Il primo è stato il periodo del Covid. Un momento, un’epoca, di grande emergenza in cui si è dovuto far fronte a una didattica a distanza, in cui ci siamo dovuti inventare un’università diversa rispetto a quella normale. E poi c’è stato il post-Covid, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e le tante risorse che sono arrivate con questo piano. In conclusione io direi che è stata un’amministrazione abbastanza emergenziale“.
“Cercherò di contribuire con una dimensione di forte partecipazione di tutte le componenti, quindi docenti, personale tecnico-amministrativo, gli studenti. Tutto questo con una grande dose di umanità, e fare in modo che questa carica di rettrice sia una carica condivisa con tutti”.
“Il mio amore per questo Ateneo è un amore sconfinato, e qualora io dovessi diventare rettrice, mi metterò a servizio della comunità e cercherò in tutti i modi di migliorare la vita degli studenti, di fare in modo che i loro sogni possano divenire una realtà, partendo proprio dall’Università di Catania”.
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