La magia continua a scorrere potente tra le pendici dell’Etna. In occasione della seconda giornata dell’Etna Comics, il più grande festival del fumetto e della cultura pop del Sud Italia, l’atmosfera si è tinta di un incanto speciale: quello che solo il mondo di Harry Potter riesce ancora a evocare a distanza di anni.
Protagonista della giornata è stato Devon Murray, l’attore irlandese noto per il ruolo di Seamus Finnigan, il mago pasticcione noto per le sue esplosioni accidentali, entrato nei cuori dei fan della saga per la sua genuinità e umanità. L’incontro, reso possibile grazie all’instancabile lavoro di Stefania Sottile, presidente dell’associazione Universo Fantasy e voce appassionata del PotterCast, ha rappresentato molto più di un semplice evento per i fan: è stata un’occasione di riflessione profonda sul potere della narrativa fantasy come strumento educativo e terapeutico.
Devon Murray: “Il merito va a J.K. Rowling”
Durante l’intervista, Murray ha stupito per l’umiltà con cui ha parlato della sua esperienza nel mondo del cinema. Alla domanda su cosa debba il merito della sua fama, ha risposto con sincerità disarmante: “Noi come attori abbiamo fatto poco, solo il nostro dovere. Il merito va tutto a J.K. Rowling. Il suo modo di scrivere, ciò che racconta – l’amore, il prendersi cura l’uno dell’altro – sono valori sociali che emergono potentemente dai suoi libri. Harry Potter è un’evasione dalla realtà, sì, ma una che ti insegna qualcosa. Anche dopo aver visto i film cinquanta volte, riesci sempre a scoprire un dettaglio nuovo. È un mondo pieno di amore e benevolenza”
Parlando del suo personaggio Seamus Finningan, Devon ha confessato di essersi più volte identificato in Seamus ed ai poteri a lui legati: “Ho mandato a fuoco la cucina tre volte per colpa dei noodles dimenticati nel microonde. Scintille, fumo, fiamme… sì, mi ci ritrovo molto!”
Harry Potter e le nuove generazioni: cosa lascia davvero?
La riflessione più intensa arriva però quando si chiede cosa debba Harry Potter alle generazioni future. E Devon non esita: “Harry Potter insegna a non sentirsi soli, a lottare per ciò che è giusto anche quando è difficile, a valorizzare l’amicizia e la diversità. Parla di coraggio, di empatia, di inclusione. Non è solo una storia di magia: è una guida per crescere. È una bussola morale in un mondo sempre più disorientato”.
La saga di Harry Potter è importante per le generazioni future perché va oltre la magia e l’avventura: è un racconto di formazione che parla di scelte, valori e identità. Insegna ai giovani che il coraggio non è assenza di paura ma la forza di affrontarla, che l’amicizia e la lealtà possono cambiare il mondo, e che la diversità non è un limite, ma una risorsa. Attraverso personaggi autentici e sfide profonde, la saga incoraggia l’empatia, la resilienza e la capacità di distinguere il bene dal male anche nelle situazioni più complesse. È una bussola emotiva per crescere in un mondo spesso disorientante, che continua a offrire conforto, ispirazione e senso di appartenenza a ogni nuova generazione. “It felt like Hogwarts for real!”, conclude così l’intervista il magnifico Devon Murray, e noi non possiamo che essere d’accordo.
Stefania Sottile: “Il fantasy come specchio dell’anima”
A dare ulteriore spessore all’incontro è stata Stefania Sottile, una delle figure più attive in Italia nella promozione del fantasy come strumento educativo e sociale. Quando le abbiamo chiesto perché si opponga all’idea del fantasy come semplice evasione, la sua risposta è stata tanto lucida quanto appassionata: “Il fantasy non ci allontana dalla realtà, ci offre un modo alternativo per comprenderla. È un genere che lavora per simboli, per archetipi: il viaggio dell’eroe, la prova, il mentore, la caduta e la rinascita. Sono metafore potentissime per esplorare le emozioni, affrontare i traumi, elaborare la crescita. Nei miei laboratori con ragazzi e adulti ho visto persone trovare conforto e risposte grazie alla metafora fantastica. Harry Potter in particolare ha avuto un impatto terapeutico in molti casi”.
Con voce commossa, Stefania ha raccontato di giovani con disabilità che, leggendo della forza di Neville Paciock o dell’empatia di Luna Lovegood, hanno trovato il coraggio di credere in sé stessi. Di adolescenti vittime di bullismo che, grazie alla saga, hanno scoperto di non essere soli. Di adulti segnati da perdite che hanno potuto affrontare il lutto e la solitudine rispecchiandosi in Harry, orfano ma mai senza famiglia grazie agli amici che si è scelto. “La vera magia di Harry Potter non sta nei sortilegi, ma nella possibilità di riconoscersi in una storia, in un personaggio. E quando ci riconosciamo, iniziamo a guarire”.
Un finale da ricordare
Mentre il pubblico si disperdeva tra cosplay colorati e stand pieni di meraviglie, l’eco delle parole di Devon Murray e Stefania Sottile continuava a risuonare. Non è solo nostalgia quella che muove milioni di persone verso Hogwarts, ma un senso profondo di appartenenza. In un mondo sempre più frammentato, il fantasy ci ricorda che l’eroismo può essere silenzioso, che la gentilezza è una forza rivoluzionaria e che anche chi ha il cuore spezzato può trovare la forza di combattere.
All’Etna Comics oggi non abbiamo solo incontrato un attore, ma abbiamo riscoperto, ancora una volta, quanto può essere reale ciò che chiamiamo “fantastico”.
Perché forse, come diceva Silente: “Le parole sono, nella nostra inesauribile magia, la più inesauribile fonte di magia. In grado di infliggere dolore e insieme di alleviarlo”. E a volte, basta una storia per cambiare il mondo.