Il Consiglio comunale di Catania ha dato il via libera, con voto unanime, a una mozione proposta da Piermaria Capuana, capogruppo di Forza Italia, che mira alla creazione di un centro comunale dedicato alla salute mentale dei giovani e alla prevenzione del suicidio. L’obiettivo è quello di offrire una risposta concreta e duratura al crescente disagio psicologico che colpisce sempre più ragazzi, anche nella realtà locale.
Le dichiarazioni di Capuana
“Non possiamo più limitarci a esprimere cordoglio o leggere fredde statistiche . Dietro ogni numero c’è una vita che poteva essere salvata. Con questa mozione– dichiara Piermaria Capuana – Catania si fa apripista di una battaglia che vogliamo portare a livello regionale, coinvolgendo il governo Schifani, e poi a livello nazionale, accanto al governo Meloni, per affermare un principio chiaro: la salute mentale giovanile deve diventare una priorità pubblica”.
Secondo Capuana, sarà essenziale la partecipazione attiva del governo regionale, non solo con dichiarazioni di intenti, ma attraverso una collaborazione concreta tra enti, con l’impiego di risorse economiche e strumenti adeguati per rendere efficaci e duraturi gli interventi.
Un nuovo sportello cittadino
Con questa mozione, si sollecita l’amministrazione comunale guidata da Trantino ad attivarsi per l’apertura di uno sportello cittadino, in convenzione con l’Asp, con figure professionali come psicologi e medici accessibili gratuitamente, soprattutto per chi non può sostenere spese per cure private. Si propone inoltre di istituire un numero verde attivo 24 ore su 24 per offrire ascolto e supporto immediato nei momenti di crisi e di avviare campagne di sensibilizzazione pubblica per combattere lo stigma e la solitudine legati ai disturbi mentali.
“Da Catania può partire un segnale forte per tutta l’Italia. Serve un’azione politica seria, trasversale, senza bandiere, che garantisca ai giovani il diritto al benessere psicologico e alla speranza nel futuro. Questa non è solo un’urgenza sanitaria, ma una sfida culturale e generazionale”, conclude Capuana.













