Con lo sfondo del mare e il sole di maggio, prende il via oggi, presso le Capannine della Playa di Catania, la seconda giornata del Palio Studentesco dell’Università di Catania. In realtà, si tratta della prima vera giornata di gare, dopo che l’avvio ufficiale di ieri è stato interrotto a causa del tragico incidente che ha coinvolto uno studente del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A).
Un dolore condiviso, che ha spinto i rappresentanti di tutti i dipartimenti a prendere una decisione unanime: interrompere ogni attività in segno di rispetto e posticipare l’inizio effettivo al giorno successivo. Le tifoserie, solitamente protagoniste dell’evento con cori e colori, hanno scelto di restare in silenzio, contribuendo a mantenere un clima più sobrio ma altrettanto partecipato.
Lo spirito del Palio
Nonostante tutto, lo spirito del Palio è tornato a farsi sentire. Le squadre, affiancate da rappresentanze e volontari, hanno animato una giornata all’insegna dello sport, della condivisione e di quella voglia di sentirsi parte di una comunità che va oltre le aule e gli esami.
Nonostante l’assenza delle tradizionali tifoserie, l’atmosfera è stata comunque animata dal sostegno caloroso tra i partecipanti. La tifoseria, pur senza il consueto incitamento vocale, ha creato un’onda di energia che ha trascinato ogni squadra. La vicinanza degli studenti tra loro, il sostegno reciproco e l’incoraggiamento durante ogni prova sono stati segni tangibili di un’unità che va oltre la competizione.
Nel pomeriggio, tra una gara e l’altra, si è tenuto un momento particolarmente intenso: in tutte le Capannine è stato osservato un minuto di silenzio in memoria dello studente scomparso. A seguire, l’accensione di un fumogeno verde – colore simbolo del Dipartimento Di3A – ha unito idealmente i presenti in un gesto di rispetto e vicinanza, trasformando il dolore in memoria condivisa.
Un Palio che va oltre la vittoria: le interviste
Anche quest’anno, il Palio si conferma uno degli appuntamenti più vivi e identitari della vita universitaria catanese.
“Il Palio è un evento speciale – racconta Alessia, studentessa di Economia al suo quarto anno di partecipazione – in cui tutti noi ci sentiamo parte di qualcosa di più grande. Non si tratta solo di vincere, ma di mostrare spirito di squadra, goliardia e coesione. Anche se non siamo mai saliti sul podio, ogni anno ci impegniamo per migliorare. Ma soprattutto, per vivere questa esperienza umana che va oltre lo studio. Qui nascono amicizie che durano, si crea una vera famiglia”.
Nato con l’obiettivo di favorire l’integrazione e la partecipazione attiva degli studenti, il Palio è oggi un’istituzione consolidata. Ogni dipartimento si sfida in un mix di discipline sportive – dal calcio alla pallavolo, dalla canoa alle gare di limbo – ma a emergere non è solo la competizione, quanto il senso di appartenenza che si rafforza ogni anno.
Eppure, la rivalità non manca. “Siamo forti in molti sport, e sì… vincere contro Ingegneria e Medicina ci dà sempre una grande soddisfazione!”, aggiunge Alessia ridendo.
Proprio da Ingegneria arriva la testimonianza di un’altra studentessa, Giulia, anche lei entusiasta partecipante:
“Nel nostro dipartimento il Palio è attesissimo: appena inizia il secondo semestre, non si parla d’altro. È un momento che spezza la routine e ci dà l’energia per affrontare meglio anche gli esami. A me piace tantissimo, perché oltre a svagarti, ti senti parte di qualcosa. Anche in un percorso impegnativo come Ingegneria, il Palio ti fa riscoprire la bellezza di essere una comunità”.
“Ho perso la voce, ma ho guadagnato tanto altro: emozioni, nuove amicizie e un forte senso di appartenenza. Per me, queste cose valgono più di mille esami”, scherza Alessandro, studente di Giurisprudenza.
E se per molti il Palio è ormai una tradizione, per altri può essere la prima esperienza, vissuta con curiosità, entusiasmo o anche un po’ di smarrimento. Ma Giulia ha un consiglio anche per chi è alla sua prima partecipazione:
“Direi di non lasciarsi sfuggire questa occasione. L’università non è fatta solo di lezioni e libri: è anche condivisione, rapporti, momenti che restano impressi. Il Palio ti dà tutto questo, e te lo fa vivere in modo unico”.
Un’esperienza aperta a tutti, anche a chi non scende in campo, come ricorda Nadia, rappresentante degli studenti del DISUM:
“Il Palio d’Ateneo è un’opportunità preziosa per vivere l’università da un’altra prospettiva. Permette di conoscere studenti di altri corsi, mettersi in gioco e sentirsi parte attiva della comunità accademica. Anche chi non gareggia può contribuire con entusiasmo, facendo parte della tifoseria e sostenendo il proprio dipartimento. È un’esperienza che lascia ricordi duraturi e dà un senso profondo all’appartenenza”.
Alessia, al suo quarto Palio, riflette su quanto l’evento sia cresciuto:
“In questi anni ho visto migliorare molto: l’organizzazione, la sfilata di apertura, gli eventi serali… C’è una cura maggiore nei dettagli e una partecipazione sempre più coinvolta. Non servono grandi cambiamenti: bastano entusiasmo e voglia di stare insieme”.
Anche quest’anno, dunque, il Palio non delude. Nonostante il dolore, il rispetto e la necessità di rallentare, ciò che emerge è una comunità studentesca viva, capace di reagire con maturità, ma anche con energia e coesione. Lo sport diventa veicolo di memoria, condivisione e riscoperta dello spirito universitario: perché ciò che resta sono i legami, le emozioni e quella voglia di esserci, insieme.