La costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, prevista per l’anno 2025, continua a incontrare significativi ostacoli di natura legale e amministrativa. L’esperto del settore, Elio Conti Nibali, ha sottolineato la carenza di dati dettagliati relativi ai costi complessivi dell’opera, sollevando legittimi interrogativi circa la sostenibilità economica del progetto. La mancanza di una visione chiara e articolata sul piano finanziario rischia di compromettere non solo l’affidabilità del progetto, ma anche la sua fattibilità a lungo termine, facendo emergere il rischio di sovrastimare i benefici economici a fronte di costi ancora indefiniti. Tale incertezza solleva dubbi anche sulla capacità di gestire e finanziare un’infrastruttura di tale portata.
Troppi dubbi e incertezze
Inoltre, la commissione Via-Vas del Ministero dell’Ambiente ha rilasciato un parere sfavorevole per alcune delle aree interessate dal tracciato, rendendo necessario ottenere un’autorizzazione straordinaria da parte della Commissione Europea per quanto riguarda la Valutazione di Incidenza. Queste problematiche risultano centrali non solo per gli aspetti tecnici dell’opera, ma anche per valutare adeguatamente le possibili ricadute ambientali sull’ecosistema locale.
Il Comune di Villa San Giovanni, insieme alla Città Metropolitana di Reggio Calabria, ha deciso di reagire agli ultimi sviluppi presentando un ricorso al TAR del Lazio. Questa azione mette in luce le crescenti preoccupazioni degli enti locali sull’impatto che la costruzione del Ponte potrebbe avere sia sulle comunità che sull’ambiente della zona.
Le risposte della società Stretto di Messina
A fronte di tali timori, la società Stretto di Messina ha ribadito che l’iter autorizzativo segue rigorosamente le normative ambientali vigenti, elemento che dovrebbe assicurare la realizzabilità del progetto. Nonostante ciò, le divergenze tra le istituzioni coinvolte e la necessità di ulteriori verifiche ambientali rendono ancora più complesso il percorso verso un accordo condiviso. Nel tentativo di imprimere un’accelerazione all’iniziativa, il governo italiano si trova a dover superare non solo gli ostacoli della macchina burocratica nazionale, ma anche le osservazioni critiche e le richieste avanzate dall’Unione Europea. In questo scenario, l’approvazione definitiva da parte del Cipess rappresenta un passaggio chiave per sbloccare l’avvio effettivo dei lavori, all’interno di un quadro politico e amministrativo tutt’altro che semplice.












