Ponte sullo Stretto: sta per iniziare il countdown per l’apertura dei cantieri, entro la fine del 2025. Dopo le rassicurazioni sulla copertura finanziaria, completata con l’ultima manovra, con l’aggiunta di un miliardo e mezzo mancante, è stato dato l’ok dalla Commissione di Valutazione di impatto ambientale.
Ponte sullo Stretto: il prossimo step
Prima del via ai cantieri, il prossimo step previsto dall’iter è l’ok al progetto definitivo con il piano economico-finanziario, che però è in preparazione. L’ approvazione definitiva dovrà esser data dal Cipess – il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile presieduto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. L’ ok del Cipess è previsto tra gennaio e febbraio, come anticipato dal vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. “L’obiettivo è arrivare entro le prossime settimane all’approvazione del progetto definitivo — queste le parole del leader della Lega —. La manutenzione del Ponte — ha proseguito Salvini — si ripagherà ampiamente con i passaggi dei veicoli e dei treni: andate a guardare quanta ricchezza in più produrrà per tutte le regioni italiane e quanti posti di lavoro creerà in più. Sarà un’opera di ingegneria unica al mondo, verranno a studiarla cinesi, giapponesi, americani e svedesi”.
Ponte sullo Stretto: i nodi da sciogliere
Tuttavia, gli ostacoli per il progetto non sono finiti qui. Da risolvere ci sono ancora questioni giudiziarie. I provvedimenti in corso legati all opera sono 5 di cui 2 i contenziosi che vedono contrapposti il consorzio Eurolink e la Parson Transportation alla società Stretto di Messina – il primo con udienza in Corte d’Appello a giugno, il secondo il 20 gennaio prossimo – e che potrebbero rallentare l’avvio dei lavori.
Si va ad aggiungere, inoltre, la class action 104 cittadini contro la Stretto di Messina (alla quale si sono aggiunti 139 privati – originariamente 140 – a favore del ponte), che chiedono di accertare “la responsabilità della società e il danno ingiusto causato per la violazione del dovere di diligenza, correttezza e buona fede proseguendo nell’attività per la realizzazione del ponte sullo Stretto, nonostante l’opera non abbia alcun reale interesse strategico e non è fattibile sotto i profili ambientali, strutturali ed economici”.
Gli ultimi 2 provvedimenti riguardano i 2 ricorsi al Tar del Lazio, uno presentato da Legambiente, Lipu e Wwf Italia, l’altro dai comuni di Reggio Calabria e Villa San Giovanni.