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Catania, seconda in Sicilia per consumo di suolo pubblico: i dati di Arpa Sicilia

I dati raccolti da Arpa Sicilia sul consumo di suolo in Sicilia sono sconfortanti. Catania, si aggiudica il secondo posto per consumo di aree verdi e agricole.

Finalmente online l’annuale report di monitoraggio, diretto da Arpa Sicilia, sul consumo di suolo pubblico in Sicilia. Purtroppo la situazione in Sicilia sulla perdita di aree verdi o agricole rimane ancora critica. Secondo i dati raccolti, relativi all’anno 2023 la nostra regione occupa il sesto posto in Italia per consumo di suolo, con un aumento di 483 ettari. Nonostante ciò, questo incremento è inferiore rispetto ai dati raccolti relativi all’anno precedenti, anno in cui si stimava un occupazione di suolo di ben 608 ettari.

I dati migliorano ma la situazione rimane critica

C’è ancora tanto su cui lavorare o riflettere. Ogni anno, nella nostra regione, si perdono sempre più terreni destinati all’agricoltura, e molte aree verdi sono scomparse del tutto, sostituite dall’incessante fenomeno della cementificazione. Analizzando più nel dettaglio, nel 2023 in Sicilia circa un 6,53% della superficie è stata soffocata da un pavimento di cemento. Si è quindi avuto un incremento del 0,67%, rispetto ad una media nazionale del 0,4%. Un dato positivo riguarda invece la densità di consumo di suolo: in Sicilia, nel 2023, è stata di 1,88 m² per ettaro (m²/ha), un valore inferiore rispetto alla media nazionale che si è attestata a 2,14 m² per ettaro.


Il nostro paesaggio si sta silenziosamente trasformando. Campi destinati all’agricoltura, terreni verdi lasciano spazio ai edifici e strade e questo cambiamento se non fermato rischia da una parte di compromettere la nostra biodiversità e dall’altro la qualità di vita di tutti i suoi abitanti.

Cosa si intende per consumo di suolo?

Quando si parla di consumo di suolo si intende la perdita di aree un tempo naturali agricole e seminaturali, causata principalmente dall’espansione delle superfici urbanizzate. In altre parole, si intende la costruzione di nuovi edifici industriali, quartieri residenziali, espansione delle città. A tutto questo si aggiungono anche i fenomeni legati alla desertificazione e alla progressiva impermeabilizzazione del terreno, che perde quindi la sua capacità di assorbire acqua, rendendo il terreno del tutto inutilizzabile per l’agricoltura. Ciò che bisogna comprendere è che si tratta di trasformazione radicale del terreno. Infatti, una volta urbanizzato, sarà molto difficile, se non impossibile, riportare il terreno alle sue condizioni naturali.

Cementificazione ed effetto spugna

Qualcosa però nei calcoli non torna. Ogni anno si parla di denatalità, ma allora se continuiamo ad essere sempre di meno perché abbiamo bisogno di più spazio? Da cosa dipende questo consumo di suolo? Alla base ci sono interessi economici, legati alla crescente richiesta di nuove case, servizi e risorse di cui si ha necessità. Questo fenomeno prende il nome di dispersione urbana, ovvero la tendenza a costruire senza un piano urbanistico chiaro, il che a investire in nuove costruzioni nel primo spazio vuoto. Volendo fare un paragone è come se nel 2023 avessimo consumato in tutta Italia una quantità di suolo pari a 30 campi  da calcio al giorno.

L’importanza di un terreno sano

Quando si parla di perdita di suolo pubblico, si fa riferimento anche alla cementificazione. Con l’aumento della cementificazione continuiamo a perdere terreni “buoni”, che svolgono numerose funzioni positive per le nostre città. Ma cosa si intende per terreno “buono”? Gli scienziati misurano la salute del suolo in base alla sua multifunzionalità, ovvero alla capacità di svolgere diverse funzioni. Un suolo in salute è capace di assorbire il carbonio, contribuendo a equilibrare i livelli di gas serra nell’atmosfera, assorbire l’acqua, partecipando al ciclo idrogeologico e ad ospitare specie viventi fondamentali per il buon funzionamento degli ecosistemi.

La classifica dei capoluoghi per consumo di suolo pubblico

Volendo stilare una classifica dei capoluoghi siciliani con il più altro consumo di suolo, al primo posto, come nel 2022, prefigura Siracusa, con un incremento di ben 92 ettari. A seguire la nostra città di Catania, che quest’anno aggiungi un consumo di 89 ettari. Palermo occupa invece il terzo posto, con 84 ettari di suolo consumato.


A livello comunale il quadro appare altrettanto preoccupante. A detenere il primo posto a Augusta, che quest’anno emerge come comune siciliano con il maggior aumento di suolo consumato ben 35 ettari persi . A seguire la nostra città di Catania, con una mente di 21 ettari. Infine, al terzo posto la città di Marsala, con 16 ettari.

Catania, sempre peggio!

Come si può osservare Catania continua a trovarsi ai vertici della classifica del consumo di suolo sia a livello provinciale che comunale. Non c’è da sorprendersi, considerando che la città è spesso premiata come una delle meno “green” d’Italia. 

Ogni metro quadrato di terreno urbanizzato e cementificato rappresenta una perdita di suolo verde, e con questo si perdono anche i numerosi benefici. Un territorio che continua a perdere terreni agricoli, perde anche la capacità di assorbire acqua piovana. La mancanza dell’effetto spugna nelle aree urbanizzate fa sì che, durante le piogge più abbondanti, il suolo non riesca ad assorbire tutta l’acqua in eccesso. Proprio per questo molto spesso le strade di Catania si trasformano in veri e propri fiumi. La mancanza di spazi verdi contribuisce inoltre a creare le isole di calore. Inoltre, la carenza di spazi verdi contribuisce alla formazione delle isole di calore. Una città già calda come Catania, soprattutto in estate, non può permettersi di sostituire il verde con il cemento.

La nostra città di Catania ho un disperato bisogno di più aree verdi, in grado di aiutare l’intera comunità a fronteggiare i repentini cambiamenti climatici. È fondamentale che il Comune prenda seriamente in considerazione la necessità di tutelare e sviluppare le poche aree verdi rimaste. , Iniziando a pianificare un futuro in cui l’ambiente e la qualità della vita siano davvero priorità.

 

Ilaria Santamaria

Laureata in lettere e futura filologa comparatista. Ad occupare il mio tempo libero lunghe passeggiate sotto il sole e una buona lettura di un classico.

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Ilaria Santamaria

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