Un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Catania, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha portato alla luce una rete criminale che gestiva un vasto traffico di gasolio agricolo su scala regionale. L’inchiesta, denominata “Green Diesel” e coordinata dalla Procura etnea, ha visto l’esecuzione di 14 misure cautelari e coinvolge un totale di 15 indagati, accusati di associazione a delinquere, frode fiscale, emissione di fatture false e autoriciclaggio.
Il gruppo criminale operava principalmente nelle province di Catania, Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Ragusa, commercializzando gasolio agricolo destinato a usi non consentiti. Il gasolio, soggetto a un regime fiscale agevolato per l’uso agricolo, veniva rivenduto illegalmente come carburante per autotrazione a prezzi concorrenziali, evadendo l’Iva e le accise.
Il sistema fraudolento era orchestrato dal catanese Salvatore Giuffrida, alias “Giovanni”, che insieme a due società di copertura, la “G & G s.r.l.” di Palermo e la “D.I. Marte Petroli” di Catania, acquistava il carburante agevolato e lo destinava a usi non agricoli. Le indagini hanno rivelato un’ampia rete di complicità, che includeva autisti di autocisterne e depositi illegali dove il gasolio veniva stoccato e distribuito. I profitti illeciti venivano poi riciclati attraverso fatture false e transazioni sospette tra società fittizie. Durante l’operazione sono stati sequestrati beni e carburante per un valore di circa 2 milioni di euro.
Il sistema della frode e le misure cautelari Il gasolio agricolo, acquistato con aliquote fiscali agevolate, veniva ceduto a società cartiere e successivamente rivenduto in nero per autotrazione. Per sfuggire ai controlli, la documentazione di trasporto veniva manipolata o distrutta, rendendo difficile il tracciamento dei flussi di carburante.
In totale, sono stati sequestrati oltre 41 mila litri di gasolio agricolo, diverse autocisterne e attrezzature per il trasporto illecito. Il tribunale di Catania ha disposto due arresti in carcere, quattro arresti domiciliari e diverse misure di controllo per gli altri indagati, in base alle nuove disposizioni della riforma Nordio.












