A Catania, una città dove il sole picchia forte per la maggior parte dell’anno, la scelta del vetro per la costruzione delle nuove pensiline appare quasi paradossale. Le temperature in città sono sempre roventi, anche durante i mesi invernali. Si osservi come proprio quest’anno il 18 gennaio le temperature in città hanno sfiorato i 24 °. Da questo si può solo immaginare come la situazione diventi invivibile durante i roventi mesi estivi, dove le temperature raggiungono anche i 40 °
Questa situazione critica diventa ingestibile per tutti i pendolari costretti ad attendere l’ autobus sotto il sole cocente. In un contesto climatico così estremo, la scelta dei materiali per le infrastrutture urbane diventa cruciale. Ed è proprio in una delle città più calde della Sicilia, che l’amministrazione comunale ha deciso di costruire delle nuove pensiline completamente realizzate in vetro, senza alcun tipo di copertura per il sole. Così pian piano in tutta la città appaiono queste strutture inefficaci e inadeguate. Le nuove pensiline, sebbene esteticamente moderne e piacevoli alla vista, si sono rivelate ben poco funzionali nei giorni più caldi. Il vetro, infatti, non offre una protezione adeguata dai raggi solari, anzi, tende a riscaldarsi rapidamente, trasformando lo spazio sottostante in una sorta di serra. Viene così eliminato lo scopo delle pensiline: offrire ombra e sollievo a chi aspetta i mezzi. Ai cittadini catenesi l’unica cosa che viene offerta, è l’attesa dei mezzi sotto il sole rovente: una vera e propria esperienza infernale.
Il malcontento tra i cittadini è palpabile. Molti si chiedono come sia possibile che non si sia pensato a questo problema in fase di progettazione. Forse si è guardato più all’estetica che alla funzionalità. Dopo mesi il dibattito sembra essere ancora molto acceso. Un contributo significativo ci viene fornito dall’associazione “Lungomare Liberato”, che ha condotto una ricerca dettagliata sull’impatto termico di queste nuove pensiline. Lo studio ha rivelato dati allarmanti riguardo alle temperature raggiunte sotto le coperture in vetro, evidenziando come il materiale scelto, non solo non offra un’adeguata protezione dal sole, ma contribuisca addirittura all’accumulo di calore. Secondo la ricerca, le temperature rilevate sulle sedute delle pensiline hanno superato i 49,1 gradi, mentre la temperatura misurata sulla superficie della tettoia in vetro ha raggiunto un incredibile picco di 57 gradi. Queste cifre non solo testimoniano l’inadeguatezza delle pensiline in vetro nel fornire sollievo dal caldo, ma sollevano anche seri interrogativi riguardo alla sicurezza dei pendolari, soprattutto per anziani e bambini, che sono più vulnerabili agli effetti del calore estremo. Gli stessi studi sono stati condotto anche nelle vecchie pensiline, dove nelle ore di punta si sono registrati: 36 gradi nella seduta e 45 gradi nelle tettoia. La differenza è paradossale!
L’amministrazione comunale avrebbe potuto costruire delle pensiline green, contribuendo sia a rendere più bella la nostra città che al mantenimento della biodiversità di flora e fauna. In cosa consistono le pensiline verdi? Sui tetti di ogni fermata autobus vengono disposti fiori di campo e piante grasse, selezionate da esperti per aumentare la presenza in città di api, uccelli e altri impollinatori. La presenza delle api in città è fondamentale se si considera da sole, le api sono responsabili del 35% della produzione alimentare globale, grazie alla loro attività di impollinazione. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), infatti, il 75% delle colture agricole che coltiviamo a scopo alimentare dipendono, in parte, proprio dagli insetti impollinatori!
L’ideale sarebbe quello di ricoprire tutti i tetti con distese verdi di fiori. Infatti, i tetti verdi contribuiscono a mitigare il clima della città aiutando a ridurre l’effetto isola di calore. Secondo lo studio eseguito dai ricercatori università della Columbia, uno strato verde sui tetti potrebbe ridurre del 80% il tasso di assorbimento di calore di un edificio. Inoltre ricoprire tetti e terrazze, secondo i dati dell’Ena, potrebbe permettere alla vegetazione di assorbire fino al 50% della pioggia, diminuendo il rischio di allagamenti. Inoltre la vegetazione potrebbe assorbire le onde sonore prodotte dal traffico urbano, riducendo così anche l’inquinamento acustico. Queste soluzioni green non sono un’utopia ma pure e semplice realtà alla quale la città di Catania non ha dato fiducia.
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