Il World University Ranking aggiornato al 2024 vede 67 università italiane classificate tra le prime 2.000 migliori al mondo. Gli Stati Uniti primeggiano incontrastati, l’Europa segue subito sotto.
Il podio
Il podio è tutto americano: Harvard University è la migliore seguita dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) e dalla Stanford University. A seguire le inglese University of Cambridge e University of Oxford che vanno a chiudere la top 5.
L’Unione Europea compare solamente al 19esimo posto grazie alla Université PSL (Paris Sciences et Lettres) e a seguire con tante altre università francesi e tedesche. La prima università italiana compare solamente al 124esimo posto con l’Università Sapienza di Roma (top 0.6% al mondo), seguita a distanza dall’Università di Padova (172esimo posto, top 0.9%) e dall’Università di Milano (186esimo posto, top 0.9%).
La classifica: quali criteri?
Il CWUR utilizza 4 parametri totali per valutare gli atenei del mondo. Ognuno di questi, in base alla sua importanza, contribuisce al punteggio complessivo dell’università calcolato su una scala da 1 a 100, (100 ottenuto solamente dalla Harvard University; la Sapienza ha ottenuto 81.0). Gli indicatori utilizzati sono:
- Educazione: fondato sul successo accademico degli studenti di un’università in base alla grandezza dell’università medesima. Ha un peso del 25% sul punteggio finale dell’università;
- Lavoro: prende in considerazione la carriera e il successo nel mondo del lavoro che gli studenti ottengono dopo la laurea. Anche quest’ultimo ha un peso del 25% sul punteggio complessivo dell’università;
- Prestigio: contempla il numero premi e riconoscimenti conferiti all’università e ai suoi studenti (premi Nobel, Louisa Gross Horwitz Prize, Wolf Prize in Agriculture e tanti altri minuziosamente elencati in una lista consultabile sul sito del CWUR) . Il suo peso ammonta al 10% del valore complessivo dell’università;
- Ricerca: questo parametro annovera 4 ulteriori sotto-indicatori collegati al mondo della ricerca. Il primo riguarda la “produzione di ricerca“: prende in analisi il numero di articoli di ricerca prodotti dall’università; il secondo concerne la “qualità della ricerca“: misura il numero di articoli dell’università apparsi sulle riviste più prestigiose dei vari ambiti della ricerca; il terzo guarda “all’influenza” degli articoli dell’università, prendendo in analisi il numero di articoli comparsi sulle riviste altamente influenti del mondo della ricerca; il quarto si concentra sulle “citazioni“: vale a dire sul numero di volte in cui gli articoli dell’università sono stati menzionati in altri progetti di ricerca.
Il rapporto viene stilato annualmente. Spesso vede solo moderati cambiamenti nella top 20 che diventano man mano più consistenti scendendo lungo la classifica.
Come si piazza l’Italia
L’Italia vede 67 atenei nella top 2000: di questi, i primi provengono per la più gran parte dal Centro-Nord (nella top 20 figurano solamente 2 atenei meridionali) mentre, dalla seconda metà, il Centro-Sud è predominante. L’Università Federico II di Napoli si conferma miglior ateneo del Sud Italia assestandosi al sesto posto a livello nazionale (253esimo a livello mondiale). A seguire l’università di Bari, 18esima a livello nazionale (448esima a livello internazionale) e l’Università di Catania, 21esima in Italia (classificata 502 a livello mondiale).
Catania è la prima università in Sicilia. Sotto di lei, l’Università di Palermo, classificata 587esima al mondo e 28esima in Italia, e l’Università di Messina, 800esima al mondo e 39esima in Italia.
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