Erasmus italiano: dal prossimo anno accademico via al nuovo progetto di mobilità nelle università del Paese.
Erasmus italiano: con 3 milioni di euro stanziati per il 2024 e altri 7 per il 2025, la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il marzo scorso ha firmato il decreto, che prevede percorsi di mobilità nazionale degli studenti che partiranno dall’anno accademico 2024-2025.
“Sta crescendo un nuovo modello di Università — ha detto la Bernini —, un Erasmus italiano accanto a quello europeo significa più possibilità di studio, più duttilità e maggiore offerta di percorsi innovativi. Dobbiamo valorizzare l’alta formazione nazionale“.
Scelta, dunque, sovranista, in linea con l’identità del governo, dichiarata apertamente. L’ obiettivo è quello di garantire uno spostamento meno costoso per gli universitari italiani, che spesso in altre città del Paese hanno parenti dove possono sistemarsi per un’esperienza ora prevista tra i tre e i sei mesi. Una mobilità low cost e senza essere obbligati a migliorare la lingua straniera.
Le risorse messe a fondo sono destinate a borse di studio per gli studenti iscritti a percorsi di laurea magistrale (i due anni dopo il triennio) e a ciclo unico, che partecipano a programmi di mobilità sul territorio nazionale e hanno un reddito familiare (soglia Isee) inferiore ai 36.000 euro. L’importo massimo per ogni borsa di studio è di 1.000 euro mensili.
Per l’erogazione dei sussidi saranno i singoli atenei ad attuare una procedura selettiva per individuare gli studenti idonei e successivamente, sulla base delle richieste pervenute. Ci sono istituzioni che hanno aderito subito – l’Università di Torino – e altre, come l’Università Bicocca di Milano, che hanno mostrato il loro scetticismo in vista di una futura partnership con altre realtà del Sud.
Le università che aderiranno al progetto dovranno avere cura di indicare anche il numero minimo di crediti formativi (Cfu) riconosciuti allo studente durante il periodo di mobilità, i corsi coinvolti nel programma e il numero massimo che ciascun ateneo potrà ospitare. Bisognerà, dunque, fare chiarezza su questo tema per la piena riuscita del progetto.
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