Nell’ultimo biennio, la diffusione della povertà in Italia è stata fortemente condizionata dall’accelerazione dell’inflazione, il cui impatto è stato più significativo per le famiglie meno abbienti. È uno dei dati che emergono dal recente rapporto Istat 2021-22 sulla povertà assoluta e relativa diffuso nello scorso mese di ottobre, elaborati sulla base dell’aggiornamento della metodologia di stima definito nell’ambito della Commissione nazionale di studio di cui hanno fatto parte rappresentanti del mondo accademico e di diversi enti.
Il seminario
Il report verrà illustrato dal prof. Francesco Maria Chelli, docente di Statistica Economica presso l’Università Politecnica delle Marche e Presidente Facente Funzioni Istat dal maggio scorso, nel corso del seminario che si terrà venerdì 26 gennaio alle 11, nell’aula magna di Palazzo delle Scienze (corso Italia, 55), dal titolo “Disuguaglianza e povertà: la situazione del Paese dagli ultimi dati dell’Istat”.
Il seminario, organizzato dal dipartimento di Economia e Impresa dell’Università di Catania, è l’occasione per presentare e approfondire le recenti statistiche sulla povertà e le disuguaglianze prodotte dall’Istituto Nazionale di Statistica, che rilevano ad esempio come nel 2021 poco più di 1,9 milioni di famiglie (il 7,5%) e circa 5,6 milioni di individui fossero in condizione di povertà assoluta, ossia incapaci di acquisire i beni e i servizi necessari a raggiungere uno standard di vita ritenuto “minimo”; nel Mezzogiorno le famiglie “assolutamente povere” salgono fino al 10%. Particolare attenzione verrà posta anche all’andamento recente del mercato del lavoro e ai divari che lo caratterizzano.
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