Le attività del consultorio autogestito “Mi cuerpo es mio” e dello studentato 95100 hanno subito una brusca interruzione dovuta all’intervento della Polizia. Il primo, spazio medico e sociale, sorge nel 2020 a fianco dell’associazione studentesca nata invece nel 2018 per far fronte ai bisogni di studenti universitari e precari.
La questura informa che lo sgombero del locale è stato attuato in esecuzione di un provvedimento della Procura di Catania di sequestro preventivo, per restituire all’Ente Biblioteche riunite Civica Ursino Recupero il palazzo occupato dai componenti del centro sociale Liotru e Spazi Sociali.
Le operazioni non avrebbero prodotto alcun problema di ordine pubblico, ma gli occupanti dopo aver lasciato i locali non hanno tardato a scendere in strada a manifestare contro la chiusura. È con un avviso sui social che il movimento “Non Una Di Meno” di Catania annuncia l’arrivo delle autorità: “Il consultorio e lo studentato sono sotto sgombero. Siamo in via Sant’Elena 28, raggiungici al più presto“.
Contrarie all’evento si sono alzate diverse voci: per esempio, la solidale Arci di Catania che chiama in causa l‘Università di Catania che ha consentito un’azione definita “stupida e violenta“, pur rientrando nella titolarità dell’immobile. All’accusa l’Ateneo precisa di non essere in alcun modo proprietario dell’immobile in questione e di non aver avuto nessun ruolo nell’attività di sequestro.
Anche il Cgil manifesta la sua avversione al provvedimento per bocca del segretario generale Carmelo De Caudo e della segreteria confederale e responsabile del Coordinamento donne Cgil, Rosaria Leonardi: “Servono più i dialoghi che gli spiegamenti di forze della polizia“. Intollerabile a loro avviso anche il silenzio dell’istituzione.
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