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Sicilia, una nuova forma di “pizzo in regola”: estorsione con fattura

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Sequestrata una società di call center in Sicilia, utilizzata per coprire il versamento indebito di denaro tramite la fatturazione di forniture, arrestate due persone per riciclaggio aggravato.

Le indagini svolte dai Carabinieri coordinati dalla Dna nissena hanno portato alla scoperta del riciclaggio di soldi illeciti con un particolare curioso: il rilascio di fattura. Giambattista Vincitore e Giuseppe dell’Asta sono stati accusati di estorsione aggravata e autoriciclaggio. La misura cautelare è stata emessa dal Gip nisseno su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Caltanissetta, nello stesso ambito in cui aveva già un precedente Dell’Asta con l’aggiunta dell’aggravante per metodo mafioso.

L’imprenditore vittima del ricatto avrebbe versato somme di denaro tramite bonifico su un conto corrente intestato a Vincitore, che dopo aver prelevato tramite bancomat o sportello, avrebbe ricambiato il favore emettendo fatture. Procedimento reso possibile dal momento in cui l’indagato ringraziava il suo benefattore per dei presunti rifornimenti di materiale pubblicitario ed edile, in veste di socio di maggioranza nonché unico amministratore di una società – inesistente – di gestione di call center con sede a Serradifalco, la CLIS srl, sequestrata poi da gip. In 15 mesi la CLIS aveva fatturato 75 mila euro, un buon risultato per una nascete società di call center, che si è trovata però costretta a interrompere sua attività.


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