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Catania: aggiornamenti sull’operazione “Mine vaganti”

Emesso provvedimento restrittivo: confermati i sei gli indiziati.

La procura di Catania conferma l’esecuzione di misura cautelare, emessa dal Gip presso il tribunale, nei confronti delle sei persone indiziate, a seguito di un fatto delittuoso verificatosi alcune settimane addietro nel quartiere Nesima, nei pressi di un esercizio commerciale, verso il quale furono esplosi numerosi colpi di arma da fuoco.

Sono diversi i profili di responsabilità: reato di tentato omicidio, porto di arma comune da sparo, detenzione e porto in luogo pubblico di arma clandestina nonché ricettazione. Il provvedimento restrittivo è stato emesso all’esito di indagini coordinate e svolte dalla Squadra Mobile- Sezione Reati contro la persona, sessuali e in danno di minori.

Già dalle primissime attività di indagine, si evince dal comunicato della procura, non solo si rinvenivano sui luoghi dei bossoli esplosi, ma si rilevavano anche diversi fori d’entrata di colpi di arma da fuoco sul muro, sulla porta delimitante la zona adibita al pubblico e sulla porta del bagno e si repertavano, al contempo, due cartucce calibro 7,65 ed occultata sotto un’autovettura parcheggiata nelle immediate vicinanze dell’esercizio commerciale predetto, una pistola Beretta mod. 84-F calibro 9 short con matricola abrasa, come tale arma clandestina, munita di colpo in canna e con annesso caricatore contenente quattro cartucce.

Le testimonianze dei sistemi di video sorveglianza, interni ed esterni al citato Autonoleggio, hanno permesso di ricostruire l’accaduto: verosimilmente, la ricostruzione riconduce lo spunto iniziale dei fatti ad una lite tra Micale Giuseppe, figlio di Micale Rosario (entrambi gestori del richiamato noleggio) ed un soggetto di sesso maschile, non destinatario dell’ordinanza cautelare, a seguito della quale sarebbe derivato da un canto l’intervento, in favore di Musumeci Salvatore, detto “Turi a Mina” a sua volta accompagnato da un gruppo di fiancheggiatori, intervento attuato mediante l’esplosione con una pistola di ripetuti colpi d’arma da fuoco indirizzati ad altezza uomo nei confronti di MICALE Giuseppe. Dall’altro canto, la reazione di questi che sarebbe stata posta in essere mediante l’impiego di altra pistola poi rinvenuta sui luoghi.


Sicilia, sequestrate navi: a rischio collegamento con le isole minori


 

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