Secondo il rapporto "Mobilitaria 2023", Catania è la città più lontana dall'obiettivo europeo di mobilità sostenibile al 2030: ecco i dati sulla città etnea contenuti nel dossier.
Che la mobilità sostenibile non sia esattamente l’elemento che rende celebre Catania è risaputo, ma non tutti sono consapevoli del fatto che questo argomento è una grande pecca della città etnea rispetto al resto d’Italia. Questo è quanto è emerso dal rapporto “Mobilitaria 2023”, recentemente reso pubblico da Kyoto Club e dal Cnr. Infatti, secondo quanto risulta dai dati, Catania è la città metropolitana d’Italia più lontana dall’obiettivo europero di mobilità sostenibile per il 2030. Ma in cosa consiste il rapporto Mobilitaria? E quali sono i risultati specifici per la città di Catania? Ecco un approfondimento sulla questione e sui dati estrapolati dal dossier in questione.
Come anticipato, di recente è stato pubblicato il rapporto “Mobilitaria 2023”, attraverso il quale Kyoto Club e l’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iia) si occupano di indagare sul tema della mobilità sostenibile in Italia. In particolare, attraverso il rapporto si analizzano i dati relativi sia alla qualità dell’aria che alla mobilità in riferimento all’anno precedente. Le città nelle quali vengono effettuate i rilevamenti utili al rapporto sono le quattordici città metropolitane italiane, tra le quali è presente anche la città etnea.
Infine, dai dati ottenuti è possibile stilare una classifica del “deficit di mobilità sostenibile” rispetto all’obiettivo europeo del 2030. Per stilare l’elenco si tiene conto di cinque criteri che vanno dal trasporto pubblico potenziato e non inquinante alla mobilità condivisa, passando per il tasso di motorizzazione.
Nel merito del rapporto Mobilitaria 2023, la città di Catania ha ottenuto il risultato peggiore tra tutte le altre concorrenti italiane: infatti, come anticipato, la città etnea si è posizionata ultima nella classifica per il deficit di mobilità sostenibile. In particolare, secondo quanto riportato nel dossier di Mobilitaria, il distacco di Catania dal modello europeo nel campo della mobilità sostenibile è pari al -76%, percentuale che è definita come “grave deficit della mobilità sostenibile”.
Analizzando i dati relativi a Catania nel rapporto Mobilitaria 2023, la città etnea risulta essere l’ultima delle italiane per mobilità condivisa (-99%) e mobilità attiva (-98%). Inoltre, Catania ha ottenuto un punteggio pari a -77% sul fronte del trasporto pubblico e -57% per quanto riguarda la ripartizione modale. In particolare, in merito al trasporto pubblico, risalta l’alta presenza di autobus più inquinanti (69% del totale) a Catania e la scarsa quantità di mezzi elettrici sul totale (2,3% al 2020).
Altro dato da tenere in considerazione, è quello relativo al tasso di incidentalità: per la città di Catania, con riferimento ai dati 2021, il risultato è in crescita ed è pari a 3,9 incidenti ogni 1000 abitanti. A tal proposito, è importante specificare come gli incidenti riguardino per il 66% le autovetture e per il 25% le motociclette, a riprova della preferenza da parte dei cittadini per la mobilità privata rispetto a quella pubblica: resta da capire quanto tale scelta sia una inclinazione personale da parte dei catanesi o quanto incida l’insufficiente disponibilità di trasporto pubblico nella città.
Volgendo lo sguardo verso il resto d’Italia è possibile attenzionare quali sono i modelli nazionali ai quali la città etnea potrebbe ispirarsi nel merito della mobilità sostenibile. In particolare, in cima alla classifica italiana si posiziona la città di Milano con un punteggio pari a -32%, la quale appare come la più vicina all’obiettivo europeo di mobilità condivisa, ripartizione modale e trasporto pubblico. Tuttavia, il punteggio di Milano rimane ancora distante se ci si focalizza sui temi della motorizzazione privata e della mobilità attiva.
Seguono la città di Milano, in sequenza, Firenze, Torino, Venezia, Bologna, Roma e Napoli, le quali si trovano tutte nella prima metà della classifica. In realtà, per queste città il criterio più vicino al target europeo è quello della ripartizione modale, mentre si trovano ancora distanti dall’Europa se si prendono in considerazione gli altri indicatori. Infine, per quanto riguarda le altre città siciliane, è necessario attendere la seconda metà della classifica, dove si trovano sia Palermo che Messina, in compagnia di Genova, Cagliari, Reggio Calabria e Bari, con le quali condividono pessimi punteggi in merito al trasporto pubblico e alla mobilità condivisa e attiva.
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